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Buccheri (La Stampa): “L’Inter deve inchinarsi a Zeman. E’ impresa del boemo…”

Il giornalista de La Stampa, Gugliemo Buccheri analizza la peante sconfitta di ieri sera dell’Inter ad opera della talentuoso Roma di Zeman:“Il meno esperto fra i tecnici di serie A, Stramaccioni, ha lo stesso coraggio del meno giovane...

Francesco Parrone

Il giornalista de La Stampa, Gugliemo Buccheri analizza la peante sconfitta di ieri sera dell'Inter ad opera della talentuoso Roma di Zeman:"Il meno esperto fra i tecnici di serie A, Stramaccioni, ha lo stesso coraggio del meno giovane Zeman. Ma la storia di Inter e Roma ancora una volta la scrivono i fuoriserie e, il boemo, di giocatori che ricamano magie ne ha uno sopra gli altri. San Siro mette Totti in vetrina: due assist, due reti giallorosse, la prima di Florenzi, la seconda di Osvaldo dopo il pareggio di Cassano e l’acuto finale di Marquinho. Il boemo si presenta a Milano con un centrocampo formato da due debuttanti, o quasi, più Daniele De Rossi. Il greco Tachtsidis è alla prima volta in serie A dopo un anno a Verona in B e spetta la regia: Zeman lo ha fortemente voluto perchè l’ha studiato dal vivo e seguito per una stagione. Tachtsidis al battesimo, Florenzi quasi, visto che il giovane formato nei campetti di Trigoria prima di ieri aveva sulle spalle solo 27 minuti in A. Coraggioso, è stato il boemo. Altrettanto il più giovane allenatore della comitiva perchè Stramaccioni ha scommesso subito sull’ultimo arrivato Alvaro Pereira sacrificando Cambiasso, uno dei senatori nerazzurri. L’Inter attacca, la Roma non si difende. Il ritmo è alto, l’atteggiamento tutt’altro che speculativo. Zeman sprofonda in panchina, Stramaccioni, elegantissimo, è a un passo dal campo, sempre in piedi. La notte di San Siro è il primo, vero, duello della stagione fra due corazzate o che hanno la pretesa a diventarlo. Il pallone è più dolce fra i tacchetti giallorossi e, dopo un quarto d’ora, il coraggio di Zeman è premiato. Totti disegna un lancio telecomandato come il tempo dell’inserimento di Florenzi che brucia la retroguardia interista e, di testa, esulta. Florenzi, prima partita da titolare in serie A, primo gol. Una rete che parte da lontano, da quando il giovane centrocampista sognava di fare l’attaccante e il suo allenatore dell’epoca, proprio Stramaccioni, gli indicò la strada: qualche metro più indietro e la Roma dei ragazzini volò. Stramaccioni, di Florenzi, è stato il primo tecnico a Trigoria. Zeman, Florenzi, l’ha messo al primo posto nella sua agenda mercato non appena tornato nella Capitale chiedendo alla società di farlo rientrare dal prestito al Crotone. La Roma non impressiona, ma sembra avere la partita in mano fino a quando in scena non entra un folletto, piuttosto spento, ma comunque decisivo. Sabato sera era stato il Milan a brindare allo scambio di bomber con i cugini, ieri la mezza risposta interista. Pazzini, all’Inter fino a Ferragosto, ha regalato ai suoi nuovi compagni 3 reti a Bologna, Cassano, milanista fino a metà agosto, di reti alla nuova squadra ne ha regalata solo una, o meglio mezza, ma pesantissima quando ha preso la mira, trovato il tallone di Burdisso e costruito una traiettoria che ha beffato Stekelenburg sul palo più lontano. Tecnici coraggiosi, ma non contenti. Così la ripresa è un flipper: poche, vere, occasioni da brividi, ma tanta voglia di superarsi. La Roma corre meglio, spreca meno energie, ritorna in vantaggio quando Totti si inventa un «corridoio» chirurgico per Osvaldo che,a sua volta, si inventa qualcosa simile ad un cucchiaio in corsa per scavalcare Castellazzi. Prandelli avrà applaudito il suo attaccante da oggi a Coverciano (meno per l’espulsione, veniale, nel finale) dopo aver tremato per la caviglia di De Rossi e i muscoli di Balzaretti, entrambi a forte rischio per il doppio viaggio azzurro contro Bulgaria e Malta. Il finale è tutto giallorosso perchè Marquinho è un prestigiatore e riesce a segnare facendo passare il pallone da un angolo che non c’è. Giallorosso perchè se il coraggio a Stramaccioni non manca, a mancargli sono i suoi gladiatori: di Totti, ancora, se ne vedono pochi in giro".