in evidenza

Castellazzi: “Addio Strama grande sorpresa. Mazzarri non sopporta che…”

Luca Castellazzi presenta Walter Mazzarri. Il portiere interista racconta così il nuovo tecnico nerazzurro, già avuto da lui alla Samp, a Tuttosport. Luca Castellazzi, dopo quattro stagioni ritrova Walter Mazzarri. Che effetto fa? «Beh, proprio...

Alessandro De Felice

Luca Castellazzi presenta Walter Mazzarri. Il portiere interista racconta così il nuovo tecnico nerazzurro, già avuto da lui alla Samp, a Tuttosport.

Luca Castellazzi, dopo quattro stagioni ritrova Walter Mazzarri. Che effetto fa?

«Beh, proprio non me l’aspettavo perché, finita la stagione, non sembrava potessero esserci cambiamenti in panchina. Poi la situazione si è evoluta, è andato via Stramaccioni ed è arrivato Mazzarri, un allenatore che conosco, che so come lavora e cosa pretende dai propri giocatori. Diciamo che con lui e il suo staff, non ci sarà bisogno di presentarsi».

Appunto. Mazzarri è...

«Un uomo di campo che confida soltanto in quello che si fa giorno per giorno in allenamento. È puntiglioso, meticoloso: nei due anni con la Samp si passava tanto, ma tanto tempo a provare e riprovare schemi difensivi e offensivi. Mazzarri è un allenatore che vuole dare un’impronta molto ben delineata al proprio gioco. A Genova c’è riuscito e abbiamo fatto due stagioni di altissimo livello».

Qual è il suo segreto?

«Parlare molto con i giocatori, anche tutti i giorni, spesso nel suo ufficio. A lui piace testare il polso dei suoi soldati e anticipare a loro cosa vuole vedere alla domenica in campo. Ai tempi della Samp tutti, dal primo all’ultimo, venivano convocati nel suo ufficio a discutere. Mazzarri è un grande comunicatore e questo è importante per creare un rapporto schietto con il gruppo».

Cosa si devono attendere i suoi compagni a Pinzolo?

«Tanta intensità negli allenamenti. D’altronde nel calcio moderno non si può non avere intensità e la benzina inizi a metterla in ritiro. Quindi a Pinzolo i ritmi saranno ben sostenuti...».

Dal sergente Walter dovremo aspettarci solo esercizi con la palla come ai tempi di Mourinho oppure tante corse sfiancanti e dure sedute in palestra?

«Mazzarri ha un metodo di allenamento molto bilanciato in cui vengono alternate sedute atletiche a quelle tecniche: il “fondo” va fatto ma non deve essere una cosa fine a se stessa perché giochi a calcio, non devi correre una maratona».

Perché Mazzarri passa per essere un difensivista?

«Forse per il fatto che il Napoli, avendo giocatori molto veloci e con una “gran gamba”, prediligeva le ripartenze. I suoi attaccanti però hanno sempre segnato moltissimi gol e, quando le sue squadre attaccano, arrivano con molti uomini in area grazie ai cursori che salgono e ai centrocampisti che si buttano dentro. A Genova, per esempio, ha creato un’alchimia perfetta avendo trovato giocatori con tanta fame e gente che voleva far parlare di sé: certo, c’erano meno pressioni rispetto all’Inter, ma ognuno aveva un proprio obiettivo e alla fine il risultato sono state due stagioni indimenticabili con il ritorno in Europa e quella finale di coppa Italia persa soltanto ai rigori con la Lazio. Mazzarri aveva dato un’identità a quel gruppo».

Quanto è importante per ripartire non avere le coppe?

«Innanzitutto è doloroso perché non giocare in Europa ti dà modo di confrontarti con quanto di meglio c’è in giro. L’anno scorso però l’Europa League ci ha tolto energie perché, alla fine, erano costretti a giocare sempre gli stessi. Preparare una partita a settimana può essere indubbiamente un vantaggio per il campionato».

Cosa dà fastidio a Mazzarri?

«Lui chiede, come tutti, applicazione e rispetto e non credo abbia problemi perché all’Inter troverà un gruppo di grandi professionisti».

D’accordo, ma ci sarà pure una cosa che il tecnico di San Vincenzo non sopporta...

«Il fatto che un giocatore arrivi in ritardo o che “risponda”, ma a Genova non si è mai arrabbiato e non vedo perché dovrebbe farlo all’Inter. Se un giocatore lavora bene, si allena come si deve e lo rispetta non c’è nessun problema».

Quindi l’Inter avrà a che fare con un allenatore che è un po’ martello, un po’ psicologo...

«È così: lui riesce a tirare fuori il massimo da ogni giocatore».

L’Inter può essere già da scudetto?

«Questo non lo so, ma sicuramente possiamo fare un campionato di alto livello per dimostrare che quanto accaduto l’anno scorso è stata una parentesi sfortunata. L’Inter e i suoi tifosi lo meritano. Per riuscirci, sarà fondamentale partire bene. Anche perché a metà agosto avremo già la coppa Italia».

A Pinzolo rivedremo finalmente in campo pure Castellazzi...

«La spalla era conciata, ma il dottor Castagna ha fatto un ottimo lavoro, come poi lo staff medico e i preparatori dell’Inter. Da metà maggio ho ricominciato a fare allenamenti da portiere e sarò già al 100% per il ritiro dove ritroverò Papale, con cui avevo un ottimo rapporto ai tempi della Samp».

Il suo futuro è ancora all’Inter?

«Assolutamente sì perché ho ancora un anno di contratto, perché sono molto contento, perché ho fatto la mia parte quando sono stato chiamato in causa. D’altronde se l’anno scorso mi è stato rinnovato il contratto per due anni è perché è stato apprezzato il mio lavoro».