Al termine della partita tra Glasgow Rangers e Celtic, il presidente della Uefa Michel Platini, intervistato dal sito della Federcalcio scozzese, è tornato a parlare di arbitri e di tecnologia nel calcio. Secondo l'ex asso juventino, l'introduzione di nuovi sistemi tecnologici per coadiuvare il lavoro della terna ( o quaterna) arbitrale, minerebbe l'essenza stessa del gioco del calcio. “Avremmo un calcio da play-station” questo il pensiero di Platini. Secondo il presidente della Uefa, la soluzione del problema “cattivi arbitraggi” risiederebbe nella presa di coscienza da parte degli arbitri stessi del loro ruolo, in modo da guadagnarsi il rispetto dei giocatori in campo. Parole sante, vista lo scarso carattere dimostrato da molti fischietti e guardialinee, nostrani e non, al momento di prendere decisioni significative ( vedi ammonizione non data a Pazzini all'inizio dell'incontro di ieri, o il nettissimo fallo di Cassano su Chivu), ma questo non può essere sufficiente per evitare decisioni errate che vanno a sconvolgere l'esito di partite o addirittura di intere competizioni ( vi ricordate il goal fantasma non dato all'Inghilterra durante il mondiale?). Certo è vero che i calciatori non fanno niente per agevolare il lavoro degli arbitri, simulando e protestando per qualsiasi decisione, andando inevitabilmente a condizionare l'intero arbitraggio, però è innegabile che la tecnologia potrebbe essere un utile aiuto. Già alcuni sport, quali il basket ed il tennis hanno adottato la moviola in campo, altri hanno aumentato il numero di “occhi” arbitrali senza ricorrere ad aiuti digitali. Una soluzione possibile esiste; il punto sta nel cercare quella di compromesso tra l'esigenza spettacolarità e correttezza sportiva.
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Errori arbitrali e tecnologia: non riduciamo il calcio alla play-station
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