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ESCLUSIVA Bonazzoli: “Modello Ibra,magari Pinzolo:il regalo! Quando c’è Thohir…”

16 anni, 11 mesi, 17 giorni. A questa età Federico Bonazzoli ha realizzato un sogno dai contorni magici. Esordire nella massima serie a San Siro con la maglia che indossa da quando ha 7 anni (in precedenza era stato utilizzato in Coppa Italia...

Sabine Bertagna

16 anni, 11 mesi, 17 giorni. A questa età Federico Bonazzoli ha realizzato un sogno dai contorni magici. Esordire nella massima serie a San Siro con la maglia che indossa da quando ha 7 anni (in precedenza era stato utilizzato in Coppa Italia contro il Trapani). Lo vedi subito che è un predestinato per come si muove in campo. Federico ha bruciato le tappe, ma non si è montato la testa. Un gradino su 100. Ecco come giudica il suo percorso fino ad adesso, nonostante le soddisfazioni finora non siano decisamente mancate. L'abbiamo intervistato fresco di festeggiamenti per lo scudetto vinto in Finale con gli Allievi, ai quali si è aggregato nella fase finale. Qualche giorno di vacanza nell'attesa di una chiamata che potrebbe significare molto. Un altro gradino. Un altro sogno...

Sei arrivato all'Inter che avevi 7 anni e un sogno: esordire a San Siro in serie A. Un sogno che hai portato a termine, anche se è solo l'inizio. Quanto è stata dura arrivare a questo esordio e quanto ti sei emozionato quando è successo?

"Partendo dal presupposto che non ho fatto ancora niente sono felice perché sono riuscito come dicevi tu a realizzare quello che sognavo da bambino. Ho fatto un gradino su 100. La strada è ancora lunga e per ora è stata molto difficile. Ho fatto tanti sacrifici ho dovuto rinunciare a tante cose. Agli amici, al tempo, però non me ne pento. Giocare a calcio è quello che mi piace fare. Una strada che ho scelto e che mi rende contento. L’esordio...non so come spiegare quell'emozione. Si dice che certe cose per capirle bisogna viverle, bisogna esserci dentro. E' un po' così. Ero felice sicuramente, gioia, tutte cose positive perché ho visto in dieci minuti realizzarsi il sogno che coltivavo da 10 anni. E' stata una cosa molto positiva".

Non sei sembrato spaventato...

"E' stata forse la cosa più bella che mi sia successa".

Dicono tutti che tu sia, data anche la giovanissima età, un predestinato. E' una definizione che ti pesa? 

"Diventare il calciatore ha i suoi pro e i suoi contro. Non posso dire certo che mi pesi però io entro in campo sempre con il presupposto di essere me stesso, di stare tranquillo, di fare quello che so fare. Se entro con la giusta determinazione e con la voglia giusta quello che so fare mi riesce tranquillamente. Certo magari capita di sbagliare la partita. Però la vivo tranquillamente, il calcio per me è ancora divertimento e lo sarà per sempre. Pressioni particolari sì, ma fino ad un certo punto. Io penso ad entrare in campo e a divertirmi. Se entro in campo con la giusta determinazione le cose vengono da sole".

La tua categoria sarebbe quella degli Allievi, in pratica quest'anno hai giocato sempre con la Primavera. Però ti sei aggregato alla fase finale e con gli Allievi hai vinto uno scudetto...

"Mi sembrava giusto unirmi a loro perché è da dieci anni che gioco in questa squadra. Non è stato sicuramente un peso, anzi. E' una cosa che ho fatto volentieri. E' andata anche bene visto che siamo diventati Campioni d'Italia. Non potevo finire in un modo migliore. Sono stato contento di essere andato e mi sono tolto la soddisfazione di diventare Campione d'Italia per la seconda volta. Sono contento".

Che impressione ti ha fatto il presidente Thohir? Hai giocato in Coppa Italia contro il Milan proprio quando lui  era in tribuna a vedervi...

“Al momento ci ho parlato solo una-due volte. Da quello che sento penso che sia arrivato con il giusto atteggiamento: vuole riportare l’Inter ai livelli che merita. Poi anche per noi giovani ha un occhio di riguardo, ci ha fatto capire che ci tiene, che ci segue e che è sempre con noi. E quindi per noi è uno stimolo in più. Quando giochiamo sotto i suoi occhi la determinazione e la voglia di giocare si raddoppia. Ci ha fatto piacere che lui sia venuto a vedere la partita”.

Thohir ha fatto capire che i giovani talenti all'Inter saranno tutelati e in qualche modo faranno parte del progetto. Parteciperai al ritiro di Pinzolo con Mazzarri e la prima squadra? 

"Sinceramente ti dico la verità non so ancora nulla. Sono in vacanza per tre giorni. Certo, non posso negarlo: ricevere una chiamata per aggregarmi alla prima squadra sarebbe il regalo migliore che potessi ricevere, ma sono tranquillo"

Il modello di attaccante al quale ti senti più vicino...

"Il mio attaccante preferito è Ibrahimovic, ma da quando ho iniziato ad allenarmi con la prima squadra cerco di prendere le cose migliori da ciascuno degli attaccanti che vedo. Se vedo una cosa che mi piace in Palacio o in Icardi provo a trasformare queste tre cose e a trasferirle su di me. Cerco di prendere spunto in particolar modo dagli attaccanti dell'Inter, il mio modello preferito rimane Ibrahimovic".

Non è stato purtroppo un anno particolarmente positivo per la Primavera...

"Eravamo partiti bene, poi ci siamo persi, poi  ci siamo ripresi e ci siamo ripersi. E' stato un anno un po' strano. Andare a Roma non è stato facile. Potevamo essere più squadra e tutti, compreso me, avremmo potuto dare qualcosa in più per arrivare al traguardo delle finali. Sono partite secche e uno rischia di andare anche in finale. Eravamo sotto di due gol, siamo riusciti a recuperarla. Ma non è un anno da buttare via, ci sono delle cose positive che siamo riusciti a tirare fuori. Eravamo una rosa giovane, tutto sommato siamo riusciti a crescere umanamente e calcisticamente. Abbiamo però un rimpianto: se fossimo arrivati in finale avremmo potuto fare qualcosa di importante”.

Ha fatto abbastanza discutere la tua non convocazione nella nazionale di Zoratto...

"Non so che cosa sia successo. Appena finito il Mondiale sono tornato con la mia categoria, quando mi è arrivata la chiamata non ho avuto nessun problema. Sono scelte loro che rispetto e quindi sono a disposizione della nazionale se dovessero avere bisogno di me. Sono tranquillo e sereno. Ho messo da parte quello che è successo, non è né un peso né un rimpianto. Se verrò convocato sarò felice di parteciparvi con la massima determinazione e spirito di sacrificio. Darò tutto quello che un calciatore può dare alla nazionale perché penso che giocare per l'Italia sia qualcosa di unico”.

RINGRAZIAMO L'INTER E FEDERICO BONAZZOLI PER LA DISPONIBILITA'