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Facchetti jr: “Non avevo bisogno di sentenze, io so chi è mio padre Giacinto”

In un’intervista concessa a ‘Corriere.tv’ Gianfelice Facchetti ha parlato del suo libro ‘Se no che gente saremmo’ e del rapporto con suo padre, l’ex giocatore e presidente nerazzurro Giacinto. Un rapporto tra un...

Eva A. Provenzano

In un'intervista concessa a 'Corriere.tv'Gianfelice Facchetti ha parlato del suo libro 'Se no che gente saremmo' e del rapporto con suo padre, l'ex giocatore e presidente nerazzurro Giacinto. Un rapporto tra un padre e figlio che niente e nessuno, neanche chi ha tentato di infangare la sua immagine purissima, è stato in grado di distruggere. Ecco le parole di Gianfelice: 

IL LIBRO - "Il primo ricordo che mi viene in mente con papà è ad Appiano Gentile dove si allenava, nell’ultima parte della carriera. Sensazioni che non perdi mai. Mi ricordo anche gli odori. Quella non è la storia di papà. In quel libro è raccontata la storia vera di papà. Tutto il resto avrebbe seguito il suo corso, io avevo già le risposte per raccontare papà. Volevo salvare le pagine che avevo vissuto con mio padre e la sua vita negli ultimi cinque anni è andata avanti nel ricordo. Di lui è rimasto tanto, del suo mito, di un campione che io avevo conosciuto più come uomo. E ho messo quello che ho imparato nero su bianco". 

ERA MIO PADRE - "Mio padre non raccontava molto sulle sue imprese. E scoprirlo a distanza di tempo anche nella letteratura e nelle canzoni, poter continuare un dialogo attraverso tante cose, tante immagini, tanti racconti, ti riporta indietro e ti fa abbracciare una persona cara. Ci scontravamo sulle cose piccole, sapeva che la vita era fatta di concretezza. Io ero un po’ più sognatore, volevo studiare filosofia. Io e lui eravamo semplicemente un padre e un figlio". 

CALCIOPOLI - "La sentenza non ha cambiato nulla. Io sono sempre stato tranquillo su tutto ciò che riguarda l’operato di mio padre.  Finalmente c’è un po’ di silenzio. Si doveva garantire più silenzio nei confronti di una persona, un uomo assente. In uno stato di diritto dovrebbe essere garantito. Chi conosce papà e la storia non aveva bisogno di sentenze. Hanno provato a scomodarlo, ma non ci sono riusciti. Ma io ero tranquillo prima e sono tranquillo adesso: la sua storia non è quella che hanno tentato di raccontare". Gli interisti lo sanno, l'han sempre saputo.