Il famoso giornalista sportivo di Telelombardia e Antennatre, e noto tifoso interista, ha detto la sua sull'esito del processo a calciopoli, sempre con il suo equilibrio e con la sua obbiettività:
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Il famoso giornalista sportivo di Telelombardia e Antennatre, e noto tifoso interista, ha detto la sua sull’esito del processo a calciopoli, sempre con il suo equilibrio e con la sua obbiettività: “Non ho mai trattato l’argomento...
"Non ho mai trattato l’argomento Calciopoli se non basandomi sugli atti ufficiali. Dopo due anni di processo è arrivata sentenza penale di primo grado dal Tribunale di Napoli Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di carcere per «associazione a delinquere» finalizzata alla frode sportiva. La sentenzaaccoglie quindi l’ipotesi di reato dell’accusa, ossia quella di essere statoil promotore di una ‘cupola’ che per anni ha minato la regolarità dei campionati di calcio . Su una cosa l’ex dirigente della Juventus ha sempre avuto ragione: non era esatto parlare di Moggiopoli, perché gli imputati erano 24 e 16 di questi sono stati condannati, tra cui pesantemente anche l’ex designatore Paolo Bergamo con 3 anni e 8 mesi, l’arbitro De Santis (1 anno e 11 mesi), l’altro ex designatore Pierluigi Pairetto (1 anni e 4 mesi) e, ad un anno e tre mesi, il presidente della Lazio, Lotito, e Andrea e Diego Della Valle, della Fiorentina. Un anno di reclusione per l’ex dirigente del settore arbitri del Milan Leonardo Meani.Le altre condanne emesse dalla nona sezione del tribunale di Napoli hannocolpito Innocenzo Mazzini 2 anni e 2 mesi; Salvatore Racalbuto 1 anno e 8 mesi; Pasquale Foti 1 anno e 6 mesi; Paolo Bertini 1 anno e 5 mesi; Antonio Dattilo 1 anno e 5 mesi; Sandro Mencucci un anno e tre mesi; Claudio Puglisi e Stefano Titomanlio, 1 anno a entrambi.Per tutti i 16 imputati condannati a vario titolo per frode sportiva, il Tribunale di Napoli ha disposto come pena accessoria il divieto di accedere ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive. Il Tribunale ha anche disposto l’interdizione dagli uffici direttivi delle società sportive per ladurata di tre anni. I divieti non sono esecutivi in quanto la sicura impugnazione ne sospende l’applicazione.Assolti l’ex Ds del Messina, Mariano Fabiani, l’ex arbitro Pasquale Rodomonti, gli assistenti Marcello Ambrosino, Silvio Gemignani ed Enrico Cennicola, il giornalista Rai, Ignazio Scardina, l’ex designatore degli assistenti Gennaro Mazzei e l’ex segretaria della Can, Maria Grazia Fazi.Inevitabile il commento dell’ultimo PM rimasto Stefano Capuano: «Non è stata una farsa, non è stata farsopoli».Per quattro anni alcuni degli imputati, spalleggiati da un potentissimo apparato mediatico, si sono difesi senza mai spiegare il loro coinvolgimento, ma cercando di coinvolgere tutti gli altri, in particolare i dirigenti dell’Inter, contro i quali è stata puntata la ‘macchina del fango’. Strategia che non ha pagato, ma l’Inter non commenta, come è giusto che sia, visto che non è mai stata parte di questo processo. Vi basti peròsapere che alla vigilia della sentenza in un ristorante di Napoli, imputati e difensori cenavano allegramente, convintissimi dell’imminente pioggia di assoluzioni. Sono proprio curioso di vedere se adesso la giudice Casoria non diventerà per incanto un’ultrà interista per coloro che, fino a ieri, la descrivevano come donna di legge e persona integerrima, perché sicuri chenon avrebbe firmato sentenze di condanna. C’è gentaglia a cui leggi e giudici piacciono solo se condannano altri: non fatemi aggiungere altro!Fa sensazione l’immediata presa di posizione della Juventus che, dopo le sentenze di condanna in primo grado, ha di nuovo scaricato Moggi. Prima se l’è coccolato utilizzando il dispendiosissimo sbobinamento delle migliaia di intercettazioni fatto dagli uomini dell’ex Dg, che avrebbe potuto commissionare la stessa Juventus, per dare corpo al suo esposto davanti allagiustizia sportiva, ora è teoricamente pronta a chiedere i danni proprio al suo ex direttore generale, se la sentenza di condanna dovesse essere confermata in appello e poi in Cassazione. «Moggi lavorava per noi» – sembra dire la Juventus – «ma nessuno si è mai sognato di dirgli di distribuire schede svizzere agli arbitri!» Non deve stupire: nei processi in cui ci sonoin ballo risarcimenti in denaro, chiunque farebbe così. Quel che è certo è che da questo momento la Juventus e Moggi proseguono le loro battaglie su fronti totalmente separati."
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