Durante la "Prima Serata" di Inter Channel, con Samir Handanovic si arriva anche a parlare dell'attualità nerazzurra: "È presto per dire dove possiamo arrivare, ci sono tante partite, dobbiamo pensare gara dopo gara, senza andare troppo lontano, pensiamo al Napoli che sarà già una bella battaglia. C'è stato un calo come capita a tutte le squadre, qualche partita non ci è andata bene, ma si va avanti, non si devono trovare particolari motivazioni. Tutti vogliono vincere, tutti lottiamo, non è facile, ma gli obiettivi sono li stessi per tutti".
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Handanovic: “Non so dove arriveremo: intanto c’è il Napoli! De Sanctis…”
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Domenica l'Inter ospita il Napoli, Handanovic ritroverà Morgan De Sanctis: "Quando sono arrivato a Udine lui mi ha aiutato tanto, mi ha preso compagno di stanza e lo ringrazio molto. Oggi è Belec il mio compagno di stanza...l'avete detto voi, i portieri legano con i portieri..(ndr, sorride)".E a proposito di colleghi si parla anche di Yasmin Handanovic, cugino di Samir, titolare nel Maribor: "Ha 7 anni più di me, ho iniziato a guardare lui, poi quando entri in porta, è difficile uscirne. Allenamento dei portieri? Devi avere passione per quello che fai, ti deve piacere. C'è un lavoro dietro, aspetti personali, qualcosa che si ha di naturale e qualcosa che si acqusisce solo con il lavoro, senza questo non vai da nessuna parte".Tanto lavoro, pochi sorrisi perchè come lui stesso spiega "non sorrido quando non è il momento di farlo". Tanti ricordi invece arrivano quando si parla di Rimini ("Una bella squadra, una serie B che mi ha fatto solo bene con Napoli, Juventus e Genoa, è stato un bel campionato") e di quel 15 maggio 2005, data d'esordio di un giovanissimo Handanovic nella serie A, un cammino, un crescendo: "Non sono stato un protagonista assoluto, ma la soddisfazione l'ho avuta negli anni vedendo i miei miglioramenti. Sono molto legato a Udine, dopo tanto tempo quando sei in un posto ti senti legato, è stata una grande scuola per me. Se sognavo l'Inter? Non sognavo una squadra in particolare, si sanno quelle che hanno qualcosa più degli altri, mi sarebbe solo piaciuto rimanere in Italia", confessa Handanovic.Infine, si parla anche del rapporto con i tifosi: "È buono, ma per me la prima cosa è sempre fare il mio lavoro. Io numero uno? Non mi sento così, credo ci siano tanti ottimi portieri con caratteristichge diverse, ma bisogna sempre aggiornarsi e mettersi in discussione, anche con se stessi. Quanto mi riguardo? Abbastanza perchè si possono dire tante cose ma quando ci si riguarda si capisce davvero dopve si può migliorare.La tecnologia è importante perchè anche i palloni sono più veloci, con questo bisogna essere al passo con i tempi. È qualcosa di extra, che a volte ti può dare una mano altre volte non c'entra niente".
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