L'aveva sposata l'Inter. L'aveva accettata per quella che è: con lei ha perso e poi vinto e non l'ha mai tradita perché sarebbe stato come tradire se stesso. Giacinto Facchetti raccontato con gli occhi di suo figlio è un uomo coraggioso, leale, 'un simbolo di ciò che si poteva fare nonostante tutto'. E le tante persone che erano presenti alla presentazione del libro 'Se no che gente saremmo' lo sanno perfettamente.
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L’esempio di Giacinto: “Lui c’era sempre per l’Inter, nel bene e nel male…”
L’aveva sposata l’Inter. L’aveva accettata per quella che è: con lei ha perso e poi vinto e non l’ha mai tradita perché sarebbe stato come tradire se stesso. Giacinto Facchetti raccontato con gli occhi di suo figlio è un...
La gente sa chi era Giacinto Magno, l'eroe di Azzurro Tenebra di Arpino, il giocatore della grande Inter, il dirigente, il presidente, l'uomo indimenticabile che di generazione in generazione viene raccontato come un eroe buono. Come un 'Olmo di Treviglio' sotto al quale sdraiarsi nelle giornate difficili, quando serve ombra per respirare, quando servono radici forti per ripararsi dalla cattiveria del mondo che gira storto.
"Facchetti ci ha insegnato ad avere sempre una spinta in più per vincere. Fino all'ultimo, anche quando era in ospedale" - ricorda Ivan Cordoba, presente pure lui alla presentazione del volume di Gianfelice. "Lui c'era sempre - spiega Toldo - dopo le vittorie e dopo le sconfitte". E chi è interista per davvero sa che questo fa la differenza. Giacinto faceva la differenza.
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