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“Moratti ha dimostrato che si può vincere anche senza un allenatore”

Mourinho che se va dopo aver vinto tutto, Benitez che arriva vince SuperCoppa Italiana e Mondiale per Club e poi dà le dimissioni. A sostituirlo arriva Leonardo che riesce a rimontare in campionato almeno sedici punti e porta i suoi ai quarti di...

Eva A. Provenzano

Mourinho che se va dopo aver vinto tutto, Benitez che arriva vince SuperCoppa Italiana e Mondiale per Club e poi dà le dimissioni. A sostituirlo arriva Leonardo che riesce a rimontare in campionato almeno sedici punti e porta i suoi ai quarti di Champions come nessuno in Italia. Ha sbagliato solo in quella 'settimana maledetta', così l'hanno ribattezzata. Una stagione complicata dagli infortuni, però l'Inter ha dimostrato di essere all'altezza.

Ma c'è chi dice che Moratti avesse in mente un'idea precisa già ad agosto 2010: "Voleva dimostrare che l’Inter del “triplete“ sarebbe stata ancora grande in Italia, pur giocando senza allenatore. Ce l’ha fatta. La possibilità del “tripletino“ (supercoppa italiana, coppa Intercontinentale e magari coppa Italia) deriva da questa raffinata strategia". Questa è la nuova teoria de 'Il Giornale'. 

BENITEZ - Secondo il quotidiano in questione, il presidente dell'Inter avrebbe ingaggiato il tecnico spagnolo non per stima o convinzione propria, ma per necessità. Gli serviva qualcuno che conducesse la sua squadra alla vittoria nella coppa Intercontinentale. "Benitez ha dovuto recuperare la squadra dalla spremitura di Mou e confrontarsi con l’idea del patron, che voleva dimostrare quanto fosse forte la squadra, più di chi la gestiva", sostiene il giornale in uno dei suoi articoli della pagina sportiva. Secondo questa teoria la società nerazzurra, non comprando nessuno, avrebbe voluto dimostrare che i giocatori avevano vinto senza l'aiuto di Mourinho. Se si pensa a quanto Moratti sia legato al portoghese, quello che dice di lui, la stima che li unisce, sembra un'ipotesi alquanto azzardata, pensare che volesse sminuire il suo lavoro e i suoi meriti. 

LEONARDO - E poi sulla panchina dell'Inter è arrivato un ex milanista. Un 'tradimento' che al buon Leo nessuno riesce a perdonare. "Il patron interista ha puntato su di lui, ben sapendo che il personaggio, intrigante, ammaliatore, furbo, un po’ fraticello, non aveva le qualità del tecnico. Lo dicevano al Milan. E il presidente, che ha fior di informatori, ha piuttosto rinforzato la squadra. Sempre per dimostrare che contano i giocatori", si legge sulla versione on-line del quotidiano.

Segue un elogio dell'allenatore nerazzurro che con le sue doti da 'fraticello' ha messo paura al Milan e sta cominciando ad assumere le sembianze di tecnico. Ma non di leader: "Oggi l’Inter ne ha tre: quello carismatico, Eto’o, quello emblematico, Zanetti, e quello sostanziale, Cambiasso, allenatore in campo. Se la squadra vincerà la Coppa Italia, Moratti avrà studiato il piano perfetto. In caso contrario sarà stato... quasi perfetto", conclude 'Il Giornale'. 

Pensate solo per un attimo a Moratti che si mette a tavolino a ragionare più o meno così: "Prendo Benitez, non gli compro nessuno, tutti si infortuneranno, perderà terreno in campionato, i nostri ce la faranno da soli a vincere il Mondiale per Club, poi lo costringo ad andarsene. Prendo Leonardo che è un ex milanista, con la sua filosofia e con i miei acquisti metterà paura al Milan, se non riuscirà a vincere, almeno gli avremo fatto uno sgarbo. Se riusciremo a rimontare sarà tutto merito dei giocatori, perché lo sanno tutti che Leo non è un allenatore e così dimostro che l'Inter avrebbe vinto tutto anche senza Mourinho". 

Un calcolatore, un preveggente, un narciso presuntuoso. Se si dà retta a questa teoria Massimo Moratti sarebbe una specie di presidente-macchina. Un'immagine totalmente diversa rispetto a quella che hanno di lui gli interisti, fatta di passione, istinto e amore per una maglia che raccoglie tutta la storia della sua vita, della sua famiglia. E quante ha dovute sentirne solo perché - pare - abbia scelto di amare la squadra sbagliata...