in evidenza

Pm Di Martino: «Calcioscommesse, ci hanno lasciati soli. In Italia tutto va…»

Bella e inquietante intervista al procuratore Roberto Di Martino, che sta conducendo il filone d’inchiesta sul calcioscommesse, sulla Stampa di oggi. Lo specchio di un Paese agonizzante che tende a nascondere le sue fetide piaghe anziché...

Lorenzo Roca

Bella e inquietante intervista al procuratore Roberto Di Martino, che sta conducendo il filone d'inchiesta sul calcioscommesse, sulla Stampa di oggi. Lo specchio di un Paese agonizzante che tende a nascondere le sue fetide piaghe anziché tentare di curarle a dovere.

380 partite truccate in Europa, 425 tesserati coinvolti. Procuratore Di Martino, che effetto le fanno i risultati dell’Europol?«La mia sensazione è che sia aria fritta. Hanno messo insieme inchieste di diverse procure europee, per poi tracciare un bilancio. Nulla di nuovo».Il ct Prandelli li ha definiti dati «scioccanti». Secondo lei il calcio italiano ha voglia di reagire a questa scossa?«Tutte queste reazioni io non le ho viste, per la verità. Mi sembra al contrario che si tenda ad ignorare il fenomeno».Perché fra le partite italiane è citata solo Lazio-Lecce?«Perché è la stessa partita su cui stanno indagando anche i colleghi ungheresi, ho una rogatoria in corso. Ma siamo ai fatti noti: non è stato arrestato nessuno».Perché i dati italiani non sono entrati nel bilancio?«Questo non lo so. A me non hanno chiesto di contribuire».Può indicare i numeri essenziali dell’inchiesta che sta coordinando a Cremona?«Gli indagati sono 160, le partite truccate su cui riteniamo ci siano state delle scommesse un centinaio. Preciso: parliamo dipartite con diversi riscontri. Nel numero non rientrano quelle su cui c’è stato soltanto un eccesso di scommesse, dato di per sè significativo ma non sufficiente».Perché giustizia ordinaria e giustizia sportiva girano così sfasate?Esempio: lei ha arrestato sia Bertani sia Mauri. Uno è squalificato, l’altro gioca come capitano della Lazio«Non dipende da me. Ho chiesto l’arresto di Bertani e Mauri perchè ritenevo che su di loro ci fossero elementi importanti, lo rifarei anche oggi. Poi ho trasmesso le carte, ma non posso mettermi al posto della procura federale».Perché va tutto così a rilento?«Perché sono qui solo con due sostituti procuratori, che dovrebbero essere tre. C’è una sola persona in tutto l’ufficio che può fare fotocopie. La fotocopiatrice si inceppa e fa stampe sbiadite. E poi c’è il resto: rapine, scippi, truffe, attività ordinaria e straordinaria, 3.000 processi. Io mi sono occupato anche della strage di Piazza Della Loggia. Questo per dire che mi sarei aspettato un potenziamento dell’ufficio. E invece...».Invece cosa?«Mi pare di capire che tutto questo interesse sociale per l’inchiesta sul calcioscommesse non c’è. Le istituzioni ci hanno lasciati soli. E questo non può che riflettersi sui tempi della giustizia».A che punto è l’inchiesta di Cremona?«Alla perfezione non c’è mai limite. Si potrebbe andare avanti ancora, ma verrà un momento in cui dovremo tirare le somme. Credo che arriveremo ai primi patteggiamenti nel giro di qualche settimana. Alla fine faremo un grande processo, con la speranza che non sia stato tutto perfettamente inutile».