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Quinteri: “Vi racconto Thohir. Vuole il meglio ed è un vincente”

Il centrocampista Simone Quintieri, centrocampista cosentino ed ex del Livorno, è stato il primo italiano a giocare nella serie A indonesiana, e nel 2011. in occasione della premiazione del galà del calcio indonesiano, ha avuto modo, non solo di...

Riccardo Fusato

Il centrocampista Simone Quintieri, centrocampista cosentino ed ex del Livorno, è stato il primo italiano a giocare nella serie A indonesiana, e nel 2011. in occasione della premiazione del galà del calcio indonesiano, ha avuto modo, non solo di conoscere Thohir, ma di cenare con lui. Tramite le pagine della Gazzetta dello Sport, ha riportato le sue impressioni, con quello che al 90% sarà la grossa novità, non solo per l'Inter, ma per tutto il calcio italiano: "Quella sera conobbi Erick Thohir. Il presidente del mio club, il Semarang, Novel Bakrie, e il capo della Federazione indonesiana, Llano Mahardika, sono suoi grandi amici: me lo presentarono, mi strinse la mano, tra noi fu subito feeling. Con un fare gentile mi chiese dell’Italia, cenammo e parlammo di calcio in indonesiano. Di italiano conosce solo la parola ciao. E’ una perona umile, disponibile, con la battuta sempre pronta, adora vestire elegante, e conosce tutti in Asia: quella sera l’ho visto stringere la mano a 300 persone. Aveva 40 guardie del corpo, scese da tre auto enormi. In Indonesia è al centro di tutto, è molto stimato, e spesso finisce in prima pagina sul Jakarta Post . È tra i grandi d’Asia: una potenza economica e politica. Le ricchezze del padre nascono dal petrolio – dice Quintieri –, Erick ha fatto investimenti diversificati, a Singapore, negli Usa, in Asia, tocca tanti rami. Può permettersi tutto. Come noi italiani, gli indonesiani sono malati di calcio. Possono camminare scalzi, ma guai a farsi mancare la partita. Vivono col mito della Serie A, come l’Nba per gli appassionati di basket. Thohir è di più, un appassionato senza confini: più che comprarsi uno yacht, prende una squadra di calcio. Non lo fa per business, ma per passione: è pazzo per il calcio, e di riflesso per l’Italia. Mi sono sempre meravigliato perché non avesse comprato un club indonesiano. Il mio presidente mi disse che non è tipo da accontentarsi, vuole solo il meglio e l’Inter in Indonesia è riconosciuta come il top. Erick è una sicurezza, non è un bluff: in America ha investito sull’unghia 100 milioni di dollari per i D.C. United, 80 di deposito e 20 per lo stadio. Può essere il futuro dell’Inter, e, se entra in società, non ho dubbi: vorrà vincere. C’è scritto nel suo Dna: è un vincente nato».