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Repubblica – Figc, Inter decisiva. Pallotta a Thohir: “Molla Tavecchio”

E’ sull’asse Boston–Giacarta che si gioca l’ultimo atto della corsa alla presidenza della Federcalcio. Da stasera le stanze dell’hotel Hilton di Fiumicino inizieranno a ospitare i primi delegati: saranno 278, alle 11.30 di...

Francesco Parrone

E' sull'asse Boston-Giacarta che si gioca l’ultimo atto della corsa alla presidenza della Federcalcio. Da stasera le stanze dell’hotel Hilton di Fiumicino inizieranno a ospitare i primi delegati: saranno 278, alle 11.30 di domani, i rappresentanti di club, componenti tecniche e arbitri riuniti per votare il nuovo presidente federale, eppure a 24 ore dall’Assemblea elettiva della Federcalcio l’esito della votazione è ancora incerto. A tenere viva una partita in cui, a pochi minuti dal fischio finale Carlo Tavecchio è ancora solido al comando, è l’élite del calcio italiano: la lega di serie A. «In nove abbiamo preso posizione, ma anche altri tre club stanno considerando la loro posizione», filtra dal fronte No-Tav. A spostare l’ago bella bilancia potrebbe essere l’Inter: il club nerazzurro ha iniziato a fare riflessioni.

Soprattutto dopo il pressing di Juventus e Roma: ieri a muoversi è stato il presidente Pallotta in persona, per spiegare individualmente, senza il filtro di intermediari, le ragioni che lo spingono a prendere una posizione in antitesi a quella tenuta dai nerazzurri fino a oggi. I colloqui, che continueranno fino all’ultimo momento utile, rendono l’appoggio dell’Inter all’asse Galliani-Lotito (favorito, sospirano i maligni, dalla partnership sottoscritta con Infront) molto meno solido. Traslocasse firmando la lettera dei 9 sarebbe molto più semplice convincere anche Atalanta e Verona, allargando ulteriormente il fronte e chiedere una volta di più «un passo indietro» a Tavecchio. Cui, è bene ricordarlo, basterà il 50 per cento più uno dei consensi per ereditare la poltrona del dimissionario Abete, e i numeri - con l’appoggio ad oggi dichiarato dalle quattro leghe - gli lasciano margini di sicurezza alle urne.

Eppure i movimenti magmatici della massima serie innervosiscono il clan del presidente della Lega dilettanti e il suo principale sponsor, Claudio Lotito: «Contro di lui un killeraggio mediatico di chi ha fini che nulla hanno a che vedere con il calcio», accusa. Intanto cresce il partito delle schede bianche, oltre che degli astenuti, soprattutto in Lega Pro: si fanno i conti, le proiezioni continuano a segnalare il candidato forte intorno a un 56 per cento utile a spuntarla in terza convocazione. «E molti club che hanno firmato quel documento poi voteranno comunque per Tavecchio», ringhia il lider maximo della Lazio. Dura la risposta del numero uno del Torino, Urbano Cairo: «Non capisco questa attivitàdi tutore che Lotito fa nei confronti di Tavecchio. Così svilisce la sua figura, sa difendersi da solo. Leggo poi che Lotito vorrebbe fare il vicepresidente o il delegato per il club Italia, ma sarebbe un gravissimo conflitto di interesse». 

La prova delle tensioni tra i due fronti in cui Albertini prova a inserirsi liquidando Tavecchio come «la vecchia tv in bianco e nero, io sono l’hd». Prologo all’elezione di domani, l’Assemblea dell’Aic, che stasera sceglierà i suoi 4 consiglieri federali: possibile l’apertura, come da Statuto, alla «equa rappresentanza» femminile, con una atleta che potrebbe essere preferita al romanista De Sanctis. Si decide stanotte. Quando all’Hilton saranno già iniziate le ultime manovre prima del voto finale.