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Repubblica: “Il lungo viaggio di Eto’o all’inseguimento di Ibra”

C’è una sfida nella sfida. Tra Milan e Inter i giochi sono aperti, in palio c’è il campionato, ma non solo quello. C’è pure ‘la resa dei conti’ tra Ibra ed Eto’o. I loro destini hanno viaggiato su via...

Eva A. Provenzano

C'è una sfida nella sfida. Tra Milan e Inter i giochi sono aperti, in palio c'è il campionato, ma non solo quello. C'è pure 'la resa dei conti' tra Ibra ed Eto'o. I loro destini hanno viaggiato su via parellele e si sono scontrati diverse volte. Quando lo svedese lasciò la Milano nerazzurra andò via sbattendo la porta: "Vado al Barcellona, voglio vincere nell'Europa che conta". Eto'o invece disse: "Se vado via, vado all'Inter". E sappiamo come quella storia è finita: la Champions, dopo 45 anni, è tornata in casa Inter. 

Questa mattina, agli uomini simbolo della stagione interista e di quella milanista, repubblica ha dedicato un articolo affidato a Gabriele Romagnoli. Il giornalista racconta la partita a due per scegliere l'uomo dell'anno. E racconta il camerunese così: "Domenica scorsa ha segnato due reti, avviato con passaggi smarcanti le azioni per altre due. Ha fatto l'inchino a Nagatomo per la quinta, segnalato all'arbitro (quando ancora il risultato era in ballo) che non aveva subito fallo da rigore. Ha devastato la difesa del Genoa, fin qui tra le migliori. Questo, in un pomeriggio. Nel resto della stagione ha fatto gol a catena, difeso Benitez, esaltato Leonardo. Ha eseguito una danza con i sacchetti di plastica sul tetto del mondo. Ha fatto dimenticare Milito, illuminato Pazzini, cercato (e ritrovato) Sneijder. Ha provocato la prima sospensione di una partita per cori razzisti. Ha allacciato le scarpe al portiere del Brescia. Ha tenuto insieme lo spogliatoio, di cui è il leader silenzioso e si dice che, una volta, l'abbia pure ripulito. Stavano avviando le pratiche di beatificazione quando ha dato una testata a Cesar del Chievo, come già due anni prima a un giornalista spagnolo".

Nessuna perfezione, Eto'o è un uomo, un uomo con tre figli avuti dalla moglie e una riconosciuta da una donna di Cagliari (e in trasferta nella città sarda s'è beccato pure i fischi per questo). Guardiola aveva deciso di inserirlo nella lista dei quelli da vendere, i giornalisti non ne parlavano troppo bene. Materazzi gli ha solo mandato un sms: 'Vieni all'Inter, spacchiamo il mondo' e più che spaccarlo l'hanno conquistato. Pep aveva un sogno: portare Ibra a Barcellona. E il presidente blaugrana lo ha accontentato: gli è costato 45 mln cash più il cartellino di quell'attaccante indesiderato. "Samuel fa le valigie. Ci mette dentro le magliette attillate e l'orgoglio ferito. La vendetta, come una partita, ha due tempi. Il primo è nella semifinale di Champions 2010. Pur di buttar fuori il Barcellona, nell'Inter decimata Eto'o gioca un'ora da terzino. Come una rockstar stanca di groupies scopre l'impegno. Compie sacrifici invocando la nemesi", si legge sull'articolo di repubblica.it.  E Samuel diventa il primo al mondo a conquistare due triplette. Intanto Ibra arriva al Milan e adesso c'è una nuova sfida per Eto'o: dimostrare chi è il migliore, chi è il più decisivo. L'articolo di Romagnoli, bellissimo, conclude così:

"Si era caricato l'Inter in spalla quando non era più una squadra, adesso corre più leggero. Si è comprato una casa di mille metri quadri all'ultimo piano di un palazzo in via Turati. E' sul tetto che lui si apposta. Da lì ha la visione migliore. Ha visto Ibra arrivare per firmare, indossare la nuova maglia, lanciare proclami. Lo aspetta, lo ha nel mirino, ancora cinque passi e ci siamo, l'avrà preso. In classifica marcatori è avanti di tre gol. Al fantacalcio, tra assist e pagelle, vale di più. Nel derby d'andata ha subito. Ogni viaggio ha un ritorno. Lo ha già sognato, immaginato, preparato. Cinquanta milioni di volte".