L'edizione odierna de La Repubblica mette in evidenza una delle anomalie della recente storia del Campionato italiano, la mancanza di alternative all'asse Milano-Torino per quanto riguarda lo Scudetto: «Milano o vince Torino. Stop. Le vie dello scudetto finiscono qui. Diciotto titoli dal ‘92 in poi non sono usciti dal triangolo che il ritorno della Juve ha restaurato, con Inter e Milan saldate agli altri vertici. Se succede da vent’anni non è una tendenza. È una certezza. Il resto si chiama eccezione: la Lazio del 2000, la Roma del 2001. Eppure, il campionato senza fantasia era tutto fuorché legge, nonostante un consolidato potere Juve. Fra ‘69 e ‘91 le squadre campioni d’Italia erano state addirittura undici. Poi è successo qualcosa, poi è arrivata la pay tv. Si partì con un Lazio-Foggia per 953 abbonati, agosto ‘93, ora siamo a 2 miliardi e mezzo di euro garantiti da Sky e Mediaset fino al 2015. Soldi che tengono in vita il calcio italiano, in cambio la A s’è venduta il gusto delle sorprese, quel tempo in cui più d’uno poteva permettersi una stella intorno alla quale costruire un ciclo al vertice. Il Cagliari di Riva, il Napoli di Maradona, il Verona di Elkjaer, la Samp di Vialli-Mancini. Soprattutto potevano permettersi di trattenerle: oggi i milioni dei diritti tv porterebbero via Antognoni alla Fiorentina in un quarto d’ora».
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Repubblica: «Scudetto bloccato sull’asse Mi-To. I miliardi delle Pay-tv…»
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