Mario Sconcerti esprime il suo giudizio sull'estate nerazzurra sulle pagine del Corriere della Sera di oggi: «L’Inter è in un momento di confusione, ne parlavamo nei giorni scorsi, ma è una confusione giustificata. Ha perso il proprio tecnico alla fine di giugno, cioè quando certamente aveva preparato con lui un progetto di mercato; e ha perso il suo giocatore migliore alla fine di agosto. È stata un’estate di ricorsa, la fretta ha creato novità dure da smaltire, prima fra tutte il nuovo modulo di gioco. E ha portato all’incidente Forlan. L’incognita più importante dell’Inter riguarda il tecnico. A due mesi dal suo arrivo, Gasperini non dà l’idea di avere ancora in mano l’Inter. Non la squadra, ma tutto il vasto complesso di cose che l’Inter rappresenta. Non è un problema di talento, Gasperini è molto bravo, dove ha allenato ha fatto bene. Non è vero che è fissato su un solo modulo. Molte volte il Genoa ha giocato con il 4-4-2. Se si fissa su un modulo è per scelta tattica, non per religione. All’Inter fa un po’ l’intransigente perché ha bisogno di trovare un suo ruolo in fretta, ma le sue squadre hanno sempre avuto corsa, aggressività e qualità. Noi oggi ci stupiamo di Sneijder centrale, e credo sia anche giusto stupirsi, ma Gasperini è sempre stato questo. Nel Genoa ha giocato molte partite con Veloso e Milanetto, poi con Kharja e Milanetto, cioè due registi di fantasia.Ma perché hanno preso lui se non piace, se risulta incomprensibile il suo modo di giocare? Gasperini ha sempre avuto molti esterni di lotta e di governo. Al Genoa lo scorso anno sono stati in totale addirittura 13. All’Inter nemmeno uno. Zarate non è un’ala, parte semplicemente dall’esterno, ma gioca come vuole. Ripeto, all’Inter nemmeno uno. Perché? Una parte importante della stagione dell’Inter sta in questa risposta. Se Gasperini è stato quello che si voleva o quello che si è potuto. Una scelta di pancia pensando più al dispetto ricevuto (l’anno scorso Mourinho, adesso Leonardo) che a una soluzione reale. Io non lo so, ma l’Inter non è in generale un problema di giocatori. Quelli sono ancora fortissimi, probabilmente confusi come la società, ma ancora i migliori. Per presenza in campo e qualità complessive Forlan è tra i primi dieci nel mondo, un Totti con ancora rabbia. Milito era il più forte attaccante europeo un anno fa, Pazzini crescerà ancora, Maicon ha già esaurito il suo bonus di sbagli. No, la squadra è ancora molto forte, ancora assolutamente competitiva, nonostante in due anni abbia ceduto Ibrahimovic, Balotelli ed Eto’o.Resta però la vischiosità di fondo dell’Inter, quella specie di miele indurito che tarda a dare sapore. Moratti ha bisogno per principio del meglio del calcio, ma non sa esattamente cosa sia. Così segue altri aspetti, come il carisma, l’eleganza di un tecnico, il suo sapersi dare. Andrebbe anche bene se esistessero mezze misure, ma temo che fuori da questa eccellenza per l’Inter non esista altro. Si lavora quasi per dimostrare che l’unica cosa degna resta l’estremismo di Mourinho. Quindi inconsciamente, si isola tutto il resto, Gasperini compreso. Forse Moratti può capire ora che è soprattutto al tempo dei Gasperini che serve un presidente diverso. Uno che sappia ogni tanto turarsi il naso, ma creda profondamente nella squadra e in chi la guida».
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