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Sconcerti: «Inter, squadra sbagliata piena di giocatori importanti»

Dalle pagine del Corriere della Sera Mario Sconcerti commenta l’eliminazione onorevole subita dall’Inter ieri a San Siro: «È stata a tratti la più bella Inter della stagione. Correva e diventava subito pericolosa, una squadra di...

Lorenzo Roca

Dalle pagine del Corriere della Sera Mario Sconcerti commenta l'eliminazione onorevole subita dall'Inter ieri a San Siro: «È stata a tratti la più bella Inter della stagione. Correva e diventava subito pericolosa, una squadra di calcio vera, quasi logica, molto oltre le sue povertà quotidiane. Una bellissima partita dove quasi tutti i giocatori sono andati oltre la loro mediastagionale. Conta anche poco il risultato finale, l’Inter era già andata fuori all’andata, stavolta era importante far vedere di esistere. Non credo che la partita valesse per la qualificazione, valeva per capire se c’era ancora un’anima interista, se c’erarespiro, speranza di insistere, di cominciare nelle 10 partite che restano a cercare qualcosa di diverso. La risposta parrebbe essere il sì. Basterebbe mantenere la stessa insistenza avuta con il Tottenham. L’Inter è una squadra sbagliata piena però di giocatori importanti. Lo sbaglio è a priori, appartiene alla trascendenza, non solo ai cambi compulsivi di Stramaccioni. Raramente le squadre nascono come possono, quasi sempre nascono come vogliono. L’Inter è una forte squadra potenziale con giocatori che non hanno la forza di guidarsi. Hanno bisogno di una motivazione superiore difficile da trovare nell’andamento quotidiano. Cassano ne è l’espressione concreta. Pochi in Europa giocano come lui. Ma non sempre ha le capacità atletiche di ieri. L’Inter è una buona lotteria dove a turno qualcuno si concede pause. È questa discontinuità il problema. Se serviva solo una scintilla, l’Inter l’ha trovata contro il Tottenham. Ma era lo stesso avversario con cui aveva buttato via un traguardo pochi giorni fa. Stramaccioni ha guadagnato tempo e ottenuto un rimpianto. La realtà resta ora dietro l’angolo. Vedremo se esiste anche la forza di continuare».