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Thohir alla squadra: “Vi ammiravo, ora in alto insieme!”. E in italiano…

Un giorno per capire meglio l’Inter e Milano. Erick Thohir prima ha guardato i tetti della città dalla camera d’albergo («che bel sole»), a due passi dalla Scala poi è salito sul van e si è diretto, insieme con tutto il suo staff...

Francesco Parrone

Un giorno per capire meglio l’Inter e Milano. Erick Thohir prima ha guardato i tetti della città dalla camera d’albergo («che bel sole»), a due passi dalla Scala poi è salito sul van e si è diretto, insieme con tutto il suo staff (Roeslani e Soetedjo, Shreve e Horowitz) ad Appiano Gentile, per parlare con la squadra e vedere un pezzo di amichevole con il Chiasso. In questa settimana, iniziata con l’assemblea del club, che ha ratificato il cambio della guardia alla guida della società (un atto dovuto, dopo il giorno della svolta, 15 ottobre 2013), Thohir intende abbreviare i tempi, attraverso la conoscenza della nuova realtà nerazzurra e il lavoro per programmare rapidamente il futuro, partendo dai conti. Quelle ai giocatori (assenti i nazionali, il discorso vero sullo stato dell’unione sarà giovedì, prima di partire) sono state parole rassicuranti, aperte all’ottimismo, alla fiducia e alla voglia di costruire qualcosa di importante: «Vi ho sempre ammirato quando vi vedevo giocare da lontano; adesso siamo insieme e insieme lavoreremo per arrivare in alto». E poi in italiano: «In bocca al lupo».

Incontrando i tifosi, prima di tornare a Milano, Thohir ha anche scherzato: «Messi? Vediamo, aspettiamo di discuterne con la dirigenza...». A Inter Channel ha spiegato che «c’è stato un entusiasmo travolgente in Indonesia, dopo quanto è accaduto venerdì, un sacco di risposte positive, non solo dai siti internet, ma anche dai social media». E questo entusiasmo Thohir non lo ha nascosto nell’incontro con Giuliano Pisapia, a Palazzo Marino, con Massimo Moratti, che, assente ad Appiano, ha fatto da ambasciatore con il sindaco di Milano. Non è stato un incontro formale (oggi Thohir vedrà Maroni e sarà in tv a «Che tempo che fa»), come ha spiegato lo stesso Pisapia, che ha regalato al nuovo presidente dell’Inter un libro fotografico su Milano (in inglese): «È stato un piacere accogliere il nuovo presidente dell’Inter nella casa dei milanesi. Con loro c’era un amico mio e della città, come è Massimo Moratti. È stato un incontro amichevole, in cui c’è stato uno scambio di opinioni sullo sport, sul futuro, sullo sviluppo di Milano. È stato il primo passo di un dialogo che proseguirà presto; abbiamo avviato un percorso comune che ci porterà a collaborare per il bene di Milano e di chi ha scelto la nostra città per un investimento importante. L’Inter è uno dei simboli di una città che deve anche la sua fama internazionale ai successi sportivi di Inter e Milan. Sono certo che con la nuova proprietà l’Inter confermerà il suo ruolo di squadra di alto livello europeo e mondiale. L’Inter ha già nel suo nome la vocazione internazionale, Erick Thohir contribuirà a far conoscere ancora di più la squadra e la città in tutto il mondo».

Il senso dell’incontro è venuto dalle parole di Moratti: «C’è stato un atteggiamento molto bello da parte del sindaco. Thohir e i suoi soci hanno spiegato di voler vivere Milano non soltanto come Inter, ma anche come amicizia tra i due Paesi e tra città che può portare altre cose interessanti. E questo era quello che interessava di più a noi come italiani e a loro come investitori». Su questo primo sabato morattiano non più da azionista di maggioranza: «Mi fa piacere che Thohir sia stato accolto bene; questo dimostra la forza dei nostri tifosi, che sono sempre stati molto intelligenti (e di questo li ringrazio), e dei soci azionisti che guardano sempre al futuro con ottimismo, con fiducia e questo è bellissimo». Thohir era già in albergo, non senza aver promesso che, dopo «chi non salta/rossonero è» (venerdì) e «in bocca al lupo» (ieri), imparerà anche «Milàn l’è un gran Milàn».