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Trap: “Inter, grandi individualità . Avrei voluto Milito. Nell’86/87 sbagliai e…”

Il Trap è il Trap. Lui queste sfide le ha vissute su entrambe le panchine e sa come si giocano. Direttamente dalle colonne del Corriere dello Sport, l’intervista al decano degli allenatori italiani: Giovanni Trapattoni. Trapattoni, che...

Alessandro De Felice

Il Trap è il Trap. Lui queste sfide le ha vissute su entrambe le panchine e sa come si giocano. Direttamente dalle colonne del Corriere dello Sport, l'intervista al decano degli allenatori italiani: Giovanni Trapattoni.Trapattoni, che partita sarà Juventus-Inter?«Si affronteranno due squadre diverse: la Juve è più organizzata, equilibrata e non perde da 49 incontri in campionato, l'Inter ha grandi individualità che con le loro giocate finora le hanno permesso di inanellare tanti risultati importanti e che potrebbero consentirle di fare il colpo a Torino».L'Inter è lanti-Juve nella corsa allo scudetto?«Secondo me sì. I nerazzurri stanno giocando bene e nel gruppo di Stramaccioni è scattata la scintilla: mi sembra che il gruppo stia lavorando alla grande e che i risultati siano ottimi».Se vincerà il tricolore, Stramaccioni diventerà il tecnico più giovane a conquistarlo e le strapperà questo record.«Per me può riuscirci. I record sono fatti per essere superati e io non sono geloso del mio. Sarei felice per lui».Come finirà il derby dItalia?«Quando si sfidano due grandi squadre di solito cè sempre equilibrio. Incontri così possono anche concludersi in parità».Qual è il punto di forza della Juve?«Pirlo in mezzo al campo dà ritmo alla manovra».Le sarebbe piaciuto averlo nella sua Juventus?«A uno così bravo un posto lo avrei trovato».Della sua Juventus invece chi vedrebbe bene nella squadra di Conte?«Troppo facile... Platini».Cambiamo sponda: il giocatore di Stramaccioni che avrebbe voluto nella sua Inter?«Milito mi piace perché ha caratteristiche alla Paolo Rossi. Anche Sneijder è forte perché ha sia il tiro che lultimo passaggio. Io però in mezzo al campo con Matthaus ero messo bene... Uno come Lothar farebbe comodo anche oggi a qualsiasi squadra».Qual è il primo ricordo che le viene in mente delle tante sfide tra Juve e Inter?«Stagione 1986-87, la mia prima a Milano: con lInter andiamo a giocare a Torino e, dopo tanti anni al Comunale, prima del fischio dinizio vado in panchina. Pochi istanti e arriva da me Platini: «Mister, quella non è la sua panchina, ma la nostra» mi disse. Ero andato in quella della Juve: la forza dell'abitudine...».Juventus-Inter era una partita sentita e ricca di tensioni anche in quegli anni?«Io non subivo le pressioni psicologiche di certe sfide e non mi facevo influenzare dal nome degli avversari, ma notavo che anche allora il derby dItalia era sentito. Il presidente Boniperti, per esempio, lo viveva come un giocatore, mentre io mi concentravo solo sul campo. Idem quando sono andato allInter e volevo far vincere una squadra ricca di talento che fin a quel momento non era riuscita a far bene».Le polemiche di Catania-Juve sono ancora nellaria. Per debellarle una volta per tutte servirebbe la moviola?«Direi di sì anche perché io sono stato molto penalizzato dai giudizi arbitrali nella mia carriera... E non mi riferisco solo al gol di Henry nello spareggio con la Francia. Tutti gli sport si sono affidati alla tecnologica. Perché il calcio non può farlo?».