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De Laurentiis: “Sforzi ripagati con schiaffi. Ma gli arbitri conoscono il macedone? E…”

Ha sciolto il silenzio stampa prima di rientrare in Italia. Aurelio De Laurentiis non ha apprezzato il risultato nella finale della Supercoppa Italiana soprattutto per come è maturato. I suoi giocatori, eseguendo un suo stesso ordine, hanno...

Eva A. Provenzano

Ha sciolto il silenzio stampa prima di rientrare in Italia. Aurelio De Laurentiis non ha apprezzato il risultato nella finale della Supercoppa Italiana soprattutto per come è maturato. I suoi giocatori, eseguendo un suo stesso ordine, hanno disertato la premiazione finale suscitando un sacco di polemiche. Il presidente partenopeo ha spiegato perché: "Hanno ripagato con gli schiaffi i nostri sforzi. Questa Supercoppa italiana non vale niente per come è organizzata. I colpevoli? La Lega e Mazzoleni, il suo comportamento non ha fatto bene al nostro calcio e se dovessi rigiocare questa competizione chiederei arbitri internazionali".

A fare arrabbiare De La è stata tutta la gestione della gara: "C'è stato un piglio di severità scolastica. Che un rigore possa essere discutibile non è grave, capita spesso. E' inaccettabile la seconda ammonizione di Zuniga che, tra l'altro, il fallo l'ha prima subito. Non ce l'ho con la Juve. Però se si semina sul campo l'irrazionalità allora è chiaro che le due squadre cominciano a confrontarsi con un atteggiamento diverso. Poi vorrei sapere da chi ha preso lezione di lingua macedone il guardalinee che ha fatto espellere Pandev, visto che il giocatore si è rivolto a lui con la propria lingua. Proprio Rizzoli, se non sbaglio, venne insultato qualche anno fa da Totti per ben tre volte e capì che il livello di adrenalina s'era alzato troppo".

Il produttore cinematografico promette che questa partita non avrà strascichi sul resto della stagione: "Questa Coppa non vale niente per come è stata organizzata. C'è solo amarezza per i danni che vengono fatti all'immagine del nostro calcio. I miei ragazzi sono venuti con me in discoteca, gli ho dato un premio di ventimila euro ciascuno perché i vincitori morali siamo noi".