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Fassone, continua la guerra al Milan: chiede il reintegro in società, no a 2,5 milioni

Non sarebbe stato raggiunto alcun accordo, al momento, tra l'ex ad del Milan Marco Fassone e la società rossonera

Redazione1908

Non sarebbe stato raggiunto alcun accordo, al momento, tra l'ex ad del Milan Marco Fassone e la società rossonera in vista dell'udienza, fissata per domattina, davanti al Tribunale del Lavoro di Milano a cui ha fatto ricorso l'ex dirigente contro il suo licenziamento dello scorso agosto, firmato dal nuovo corso del club targato Elliott e con la presidenza di Paolo Scaroni.

Il giudice Luigi Pazienza, infatti, lo scorso 19 dicembre aveva deciso di rinviare l'udienza per verificare se ci fosse spazio tra le parti (il Milan è rappresentato dal legale Claudio Morpurgo, mentre Fassone dall'avvocato Francesco Rotondi) per instaurare una trattativa e per arrivare ad un accordo extragiudiziale. Da quanto si è saputo, tuttavia, in queste settimane non è stata trovata l'intesa. Domani, quindi, le parti dovrebbero presentare al giudice le loro proposte 'transattive', che verosimilmente saranno distanti l'una dall'altra.

A quel punto il magistrato potrebbe decidere di presentare una propria proposta alle parti ma, nel caso non arrivasse l'ok dai legali, il procedimento andrebbe avanti nel merito. Nel suo ricorso Fassone ha lamentato la "ritorsività" del licenziamento, spiegando che il 21 luglio scorso la società gli fece un'offerta di transazione di 2,5 milioni di euro per andarsene e, dal momento in cui lui rifiutò quella proposta, venne licenziato. Da qui la richiesta al giudice di dichiarare la "nullità" del licenziamento che, se accolta, comporterebbe il reintegro di Fassone da dirigente nella società.

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