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Le Rivali / Di Francesco: “Se mi sono offerto alla Roma? Tutto falso! Su Berardi e…”

Il tecnico è convinto: "I tifosi possono essere fieri della nostra mentalità: uniti possiamo restare in corsa su tutti i fronti"

Francesco Parrone

Intervistato dal Corriere dello Sport, il tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco ha parlato della sua avventura a Roma e della lotta per lo scudetto:

Di Francesco, quando ha capito che sarebbe diventato l’allenatore della Roma? "I primi contatti risalgono all’inizio di maggio. E i miei dirigenti lo sapevano, perché li ho sempre tenuti al corrente della trattativa. L’ufficializzazione è arrivata...a casa di Sacchi".

A casa di Sacchi? "Sì, nel senso che ero in un ristorante di Fusignano con tutta la squadra. Dovevamo giocare lì un‘amichevole. Mi arriva una telefonata e un dirigente della Roma mi dice che è fatta. Io ero così contento da rispondere solo: ok, ci vediamo".

Spalletti sostiene che si sia stato lei a offrirsi alla Roma. "Non so chi abbia detto questa cosa. Ma è falso. Posso dire con grande orgoglio di non essermi mai proposto a nessuno, né da calciatore né da allenatore. Sono sempre stato cercato".

Per vincere lo scudetto come si fa? "Noi dobbiamo lavorare tanto per essere da scudetto. E ci stiamo attrezzando, conoscendo le nostre rivali. C’è il Napoli davanti che gioca un gran bel calcio. Ma io sono convinto che resti la Juve la squadra da battere: la novità di questo campionato magari è che ci siamo tutti avvicinati di più a loro. E conta che noi siamo lì, pronti".

Qual è la differenza della Juve?"L’abitudine a giocare grandi partite una dopo l’altra: campionato, Champions, campionato. Comprano giocatori adatti a questo tipo di stress, di mentalità. E poi ragazzi, hanno lo stadio di proprietà. Quello porta 10 punti in più in classifica".

Come mai Berardi non ha ancora spiccato il volo per un grande club? "Prima è rimasto per continuare a lavorare con me, poi perché il Sassuolo ha chiesto molti soldi per cederlo. Per me merita una big e spero la ottenga. Ha solo un carattere particolare, un po’ timido: pensate che all’inizio si vergognava ad andare in Nazionale... Io però riuscivo a gestirlo, perché non è una testa calda e negli allenamenti dà sempre il massimo".

Avete pensato a lui per la Roma?"Questo non posso dirlo... Ma se mi chiedete un giudizio su di lui, vi rispondo che lo vorrei sempre nelle mie squadre".

(Fonte: Guido D'Ubaldo, Roberto Maida, Fabio Massimo Splendore, Corriere dello Sport 9/11/17)

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