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Le Rivali / La Stampa – Torino, per battere l’Inter si affida agli ex di turno

Da Ansaldi, Obi e Ljajic stimoli speciali per ribaltare il pronostico

Francesco Parrone

Il campionato è chiaro, finora: non c’è scampo per le medio-piccole, quando incrociano le cinque grandi. Già battuto da Juve e Roma, ma poi rinfrancato dal 2-1 salva-Mihajlovic contro il Cagliari, il Toro ci riproverà domenica all’ora di pranzo. Il problema - secondo quanto scrive La Stampa - è che la big da fermare per uscire dal tunnel è l’Inter più efficace mai vista in un avvio di Serie A: nove vittorie e due pari in 11 turni, come le riuscì solo nel 1952 e nel 1988. Di più: si giocherà a S. Siro, dove i nerazzurri vincono sempre, mentre i granata nelle ultime quattro trasferte hanno incassato 11 reti, franando contro Juve e Fiorentina e salvandosi al 93’ a Crotone.

Svolta da confermare - Quello, però, era il Toro del 4-2-3-1, molle e squilibrato, in svantaggio fin dal 1’ schierando l’impresentabile Niang e, tre volte, pure l’acerbo Sadiq. Contro il Cagliari, invece, Mihajlovic ha saggiamente (e finalmente) fatto retromarcia. Lo hanno aiutato il recupero lampo di Belotti e i rientri di Ansaldi e Obi, ma il più solido 4-3-3 abbandonato in aprile ha pagato subito. Tornare con due soli centrocampisti e con almeno un esterno poco propenso al sacrificio contro un’Inter che fa di fisicità e corsa sulle fasce la sua forza sembrerebbe qualcosa di simile al suicidio. Anche perché proprio nello schema rispolverato con i sardi sono tornati decisivi tre giocatori con le qualità per ripetersi domenica in uno stadio che conoscono bene. Sono Ansaldi, Obi e Ljajic, hanno dato la scossa ai rispettivi reparti e sono ex che, in un’Inter in edizione dimessa, non avevano certo lasciato il segno. Considerato come viaggia la nuova versione targata Spalletti, non sarà facile farsi rimpiangere. Ma nell’ultimo turno sono parsi i granata più pimpanti. Ansaldi ha spinto come ai bei tempi di Zenit e Genoa. Può giocare a destra o sinistra e conosce Candreva e Perisic, padroni della corsie che regalano all’Inter il primato dei cross fatti (ma anche di quelli sbagliati...). Peccato solo per quel problema muscolare che ieri lo ha costretto a lavorare a parte. Appena rientrato da un mese di stop, Miha spera di non perderlo di nuovo.

Belotti, due su due - Poi, c’è Obi. Un altro che contro il Cagliari ha rivisto il campo dopo lunga assenza (49 giorni). Ha subito segnato, sfiorando altre due volte il bersaglio. Non fosse per la sua fragilità, avrebbe il posto fisso: ha corsa e tecnica, sa coprire e pure impensierire. In questo campionato ha già firmato due gol (in quattro presenze): più dell’unico (in 30 gare) delle due annate precedenti. Con Rincon e Baselli può essere un freno alle sgroppate di Vecino, variante velenosa a un giro-palla lento e alle giocate di Borja Valero. Ma siccome questa Inter qualcosa dietro concede sempre (Skriniar è un muro, Miranda meno), nel piano-gara di Mihajlovic conterà molto anche Ljajic. Di nuovo partendo a sinistra, ma libero di accentrarsi per liberare il suo talento, nel Toro che ha il record di dribbling tentati e pure riusciti. Ben sapendo che al centro dell’attacco è tornato Belotti. Uno che tifava Milan e che nelle ultime due sfide a S. Siro l’Inter l’ha sempre bucata.

(Fonte: Roberto Condio, La Stampa 2/11/17)

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