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Maldini: “Al Milan io non sono uno di famiglia, non mi vogliono! E l’Inter…”

Un giocatore alla Zanetti per intenderci. Una leggenda per il suo Milan che però sembra non rivolerlo. Paolo Maldini, in un’intervista esclusiva rilasciata al quotidiano La Repubblica, ha parlato di sè e del suo rapporto con la società...

Eva A. Provenzano

Un giocatore alla Zanetti per intenderci. Una leggenda per il suo Milan che però sembra non rivolerlo. Paolo Maldini, in un'intervista esclusiva rilasciata al quotidiano La Repubblica, ha parlato di sè e del suo rapporto con la società rossonera: "Se mi candido alle elezioni? Non è assolutamente vero. Non ho mai ricevuto proposte. Berlusconi, dopo il mio addio al calcio giocato l'ho sentito solo una volta per i 25 anni della sua presidenza. Non aspiro ad entrare in politica. Come mai non sono ancora entrato nel club? Il Milan, giustamente, fa le sue politiche: le decidono il presidente e la dirigenza ed è normale che sia così".

MILAN, MAGIA FINITA - L'ex capitano non farebbe l'allenatore, ma forse un incarico da direttore sportivo potrebbe piacergli: "Posso portare la mia conoscenza calcistica: la valutazione dei calciatori e un'esperienza che ho acquisito nella mia lunga carriera. Io credo di avere vissuto tutta l'evoluzione del calcio moderno, quindi sì, potrei fare il dirigente. Se è Galliani a non volermi? Può darsi. E' il dirigente che ha vinto di più ed è anche legittimo che faccia le sue scelte e si scelga i collaboratori in cui crede. Ma vorrei sfatare la diceria che io sarei uno della famiglia. Non è vero: non mi vogliono così spasmodicamente. Prima era una squadra magica, adesso è una squadra normale. Gli altri grandi club hanno fatto in modo che chi ha scritto la storia con loro continuasse a lavorare lì per trasmettere le sue conoscenze a chi arrivava dopo. Oggi al Milan non c'è nessuno, tra quelli che ne hanno fatto la storia, ad avere un ruolo non marginale", ha aggiunto Maldini.

 

IL GIUDIZIO SULL'INTER - Nella stessa intervista l'ex difensore italiano ha parlato anche del calcio italiano in generale e della situazione economica che sta attraversando: "In questo momento la Juve vince a mani basse ed è l'unica che può fare qualcosa in Champions. Se c'entra con la crisi? Sì, ma l'Inter tutto sommato ha fatto bene lo stesso, mentre mi ha deluso un po' il Napoli: credo potesse puntare a qualcosa in più".