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Maran: “Vogliamo battere l’Inter, e nessuno ci può impedire di sognare…”

Il tecnico del Catania Rolando Maran, prossimo avversario dell’ Inter in campionato a ilGiornale ha parlato del momento dei suoi e della sfida con i nerazzurri. Signor Maran, domenica vorrebbe risentir dire “clamoroso...

Francesco Parrone

Il tecnico del Catania Rolando Maran, prossimo avversario dell' Inter in campionato a ilGiornale ha parlato del momento dei suoi e della sfida con i nerazzurri.

Signor Maran, domenica vorrebbe risentir dire “clamoroso al Cibali”? «Lasciamo perdere i corsi e ricorsi storici, certo è che il Catania vuole battere l’Inter».

Battere l’Inter significa sorpasso, 5˚ posto e un piede in Europa. A Milano le direbbero: l’è matt? «Niente ci impedisce di sognare. La salvezza, nostro obiettivo primario, è stata raggiunta con largo anticipo e ora...».

L’appetito vien mangiando... «Sì,ora vogliamo stupire e divertirci. Senza l’obbligo di dover fare a tutti i costi tre punti,siamo liberi mentalmente e il calcio ritorna a essere un gioco. Abbiamo costruito il nostro cammino settimana dopo settimana, partita dopo partita e io non mi sarei mai aspettato di arrivare così in alto».

Allora è giusto parlare di miracolo Catania? «È un’avventura e le cose belle possono succedere ma nessuno, dal presidente al sottoscritto ai giocatori si sarebbe immaginato un simile percorso».

Quindi il Catania si sente un grande club e pensa di essere entrato nel club dei grandi? «Questo exploit non è arrivato per caso, i dirigenti sono stati bravi negli anni passati a pescare ottimi giocatori. La cura Montella, che mi ha preceduto sulla panchina etnea, ha lasciato un segno positivo. Il presidente Pulvirenti ci sta accanto come un padre. I ragazzi s’impegnano e crescono tecnicamente e tatticamente a vista d’occhio e la qualità non manca proprio. Anzi, la colonia argentina del Catania è il miglior gruppo in una squadra italiana».

E del mago Maran al primo anno di A, cosa dice?«Macché mago, io sono un operaio del pallone, mi piace stare sul campo e lavorare in modo serio. Certo, ho un limite: non mi so vendere bene a livello mediatico perché preferisco restare me stesso senza scendere a compromessi».

Scusi, ma lei da bambino non tifava Milan? «Come tutti in casa,poi con la professione non ci ho più pensato. Certo che,richiamando questa mia preferenza, l’Inter non mi prenderà mai in panchina». E giù una risata.

E domenica arriva proprio l’Inter... «I nerazzurri hanno grande qualità e sono in salute. Mi auguro di sorridere a fine partita».