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Casiraghi: “Su Kovacic c’era tutta Europa. Icardi è certezza. Su Laxalt e rimpianti…”

Pierluigi Casiraghi, uno degli osservatori dell’Inter, ha concesso un’intervista a Tmw nella quale ha parlato di diversi temi, dall’infortunio di Milito fino all’arrivo certo di Laxalt e quello probabile di Icardi:...

Daniele Mari

Pierluigi Casiraghi, uno degli osservatori dell'Inter, ha concesso un'intervista a Tmw nella quale ha parlato di diversi temi, dall'infortunio di Milito fino all'arrivo certo di Laxalt e quello probabile di Icardi:

"Milito stava rientrando, per noi è un handicap molto molto importante in questi sei mesi. Era il valore aggiunto della squadra, c'era bisogno di lui per arrivare alla fine del campionato. E' emergenza: ci penserà Strama ad inventarsi qualcosa", ha detto Casiraghi, prima di parlare di Mateo Kovacic

"Kovacic? Lo conoscevamo tutti, già a 16 anni spiccava più di tutti. Giocava in nazionale con Ivic, tutta Europa era alla rincorsa di questo ragazzo. Tutti sapevano che la Dinamo Zagabria è la bottega più cara d'Europa. Hanno venduto Lovren, Modric. Lo stavano facendo crescere per incassare il più possibile. E' stata un'intuizione, una decisione presa a gennaio. Sul ragazzo non c'erano dubbi. Ma un conto è giocare in serie A croata, un conto è in Italia. Le aspettative sono comunque molto positive".

Voti alti e promozione certa anche per Mauro Icardi come erede di Milito: "Icardi erede di Milito? Sì, in questo momento sì. Sta giocando in Italia, si è fatto la sua gavetta, questi non sono più punti interrogativi, Icardi sta dando conferme ogni domenica. E' giovanissimo, è un '93 ma il rischio di impresa prevede anche questo. Andare a prenderli prima è già più complicato".

Un altro dei giovani che faranno parte dell'Inter del futuro è Diego Laxalt: "Laxalt? E' la politica di mettere dentro giocatori che possano dare un riscontro positivo. Non è semplice: li vedi giocare nel loro contesto e le qualità non si discutono. Il problema è quando vengono qua: è fondamentale il loro carattere. Devono condividere lo spogliatoio con giocatori affermati, San Siro è un banco di prova difficile, se i giovani hanno un carattere forte riescono, altrimenti è difficile".

Infine, Casiraghi passa in rassegna i colpi più riusciti e quelli rimpianti: "Il colpo a cui sono più legato? Ce ne sono tanti ma ce n'è uno che rimpiango: eravamo ad un torneo in Spagna, c'era questo ragazzo in fascia destra ma pesava 40 chili. Avevamo visto le qualità ma non c'abbiamo creduto. C'eravamo noi, l'Udinese e il Real: si chiamava Dani Alves. Questo significa che i giovani vanno presi anche se fisicamente non pronti. Giocatori scovati? Pandev, Andreolli, Balotelli, Destro. Noi li individuiamo, poi conta il lavoro di chi è sul campo. Una volta che li portiamo il nostro lavoro è finito."