news

Anni d’oro Inzaghi: impresa leggendaria e jackpot Inter! “411 sms e ad Appiano convinti che…”

Alessandro Cosattini Redattore 

 «Capello e Di Canio, vi ascolto sempre quando parlate»: così Simone si è congedato in diretta tv dal salotto di Sky Sport. Vena polemica. Non è mai stato apprezzato come merita dagli ex e invece questo è il frutto di una crescita costante, un lavoro lungo quattro anni. Uno scudetto, due Coppe Italia, tre Supercoppe e il bello deve arrivare se riuscirà a salire sul tetto d’Europa il 31 maggio in Baviera. «Ora dobbiamo completare l’opera e per lo scudetto non è finita» sussurravano a notte fonda i suoi collaboratori nella pancia di San Siro. Hanno fame, non si sono mai accontentati, facevano incetta di titoli e di derby anche quando lavoravano alla Lazio, mai arrivata a certi livelli nell’era post-Cragnotti. Da figliol prodigo per Lotito, nei momenti di frizione più acuta, era diventato mago Merlino.

Se non fosse andato via da Roma, oggi il popolo interista non potrebbe considerarlo l’erede di Helenio Herrera. Un allenatore da ciclo, il nuovo Mago. Due finali in tre anni, Simone nella scia di HH. Un’impresa titanica: c’è chi presenta il conto ai presidenti se non si siedono in un ristorante da cento euro e chi si rivela il valore aggiunto di una società.