Intervenuto nel corso dell’evento ‘Il Foglio a San Siro’, il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha parlato della stagione dei bianconeri, ma non solo: “La Coppa Italia? Lo sport ha una regola di vita, che si riparte sempre da zero: bisogna sempre avere fame, volontà e voglia di arrivare davanti a tutti. Questa è l'essenza dello sport. Ogni trofeo conta, ma non sempre la squadra più forte vince. Il più importante è il campionato perché ti da l'indicazione veramente della squadra più forte. Quello con più appeal è la Champions, ma ogni competizione conta ed è importante portarla in bacheca”.
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Agnelli: “Marotta manca. Dybala? Risorse limitate. A Inter e Milan ho detto…”
Ecco le parole del presidente della Juventus Andrea Agnelli, intervenuto nel corso dell’evento ‘Il Foglio a San Siro’
Rimpianti per la stagione dopo la partita con l’Inter?
“Ogni stagione non vincente porta rimpianti. Quella partita ha portato a dare giudizi diametralmente opposti, i giudizi andrebbero fatti a fine anno e invece si tende a giudicare a ogni partita”.
Il progetto Allegri è valido?
“Sì. Con Lapo scherziamo, lui ha la capacità di intervenire al momento giusto con le sue battute. Siamo arrivati oggi a rimpiangere una partita di qualche settimana fa, ma il nostro progetto è a lungo termine. Arrivare ad avere rimpianti per una stagione è di buon auspicio per gli obiettivi futuri”.
L’addio a Dybala?
“E’ un grande giocatore, le decisioni sono figlie di momenti. A dicembre se mi aveste chiesto di Vlahovic alla Juventus vi avrei detto che era impossibile... Le risorse sono limitate e si deve scegliere come investirle. In questa visione abbiamo Vlahovic, De Ligt, Locatelli e Chiesa. Fare un'offerta a Paulo non consona al suo livello non sarebbe stato giusto anche per lui che a 29-30 anni deve trovare l'ultimo passaggio”.
Marotta è mancato alla Juve?
“Marotta è una persona che manca perché gli voglio bene. In quel momento sono state prese decisioni e su di lui fatte riflessioni che all'inizio lo attiravano e poi non più. La società aveva preso altre decisioni. All'Inter sta facendo molto bene, con Steven Zhang ho un ottimo rapporto e c'è un mio ex compagno di Università. Quindi posso dire di voler abbastanza bene all'Inter il che è particolare”.
Sulla corsa scudetto.
"Due punti in quattro partite, può succedere di tutto. Spero in un suicidio collettivo e di vincerle tutte".
Sul nuovo stadio di Inter e Milan.
"Ha fatto il suo tempo, l'ho già detto. Si è sacrificato Wembley per un nuovo Wembley che non ha paragoni col passato. In Italia servirà sempre uno stadio di 60mila persone per i grandi eventi, bisognerà riflettere anche su uno stadio di casa per la Nazionale. Io a Inter e Milan ho sempre detto che è meglio avere stadi individuali. Poi per la pianificazione e gli investimenti, capisco perché lo vogliano fare assieme. Ma resta pur sempre in condivisione, non permette di avere quell'identità precisa ecco".
Basterebbe la Coppa Italia per sorridere a fine anno?
"Il sorriso ce l'ho comunque, come anche la cattiveria per vincere sempre".
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