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Altobelli: “Icardi? Zero critiche, è tra i top 5 al mondo. Serve piano B: Eder nel 4-4-2”

L'ex centravanti dell'Inter ha parlato dei problemi della squadra di Spalletti troppo dipendente da Icardi e Perisic

Andrea Della Sala

Nelle ultime partite il problema dell'Inter è stato quello di non aver trovato la via del gol. Quando Icardi e Perisic non vanno a segno, la squadra di Spalletti fatica a trafiggere i portieri avversari. Su questo argomento, La Gazzetta dello Sport, ha intervistato un ex giocatore che di gol se intende parecchio, Alessandro Altobelli:

Il 66% dei gol nerazzurri arriva da quei due: è sorpreso?

«No, è una cosa naturale se si gioca con quel sistema. Palla sugli esterni, cross e quindi il gol arriva dal centravanti o dall’ala che taglia dal lato opposto. Semmai sono sorpreso dai gol mancanti di Candreva».

Qualcuno sostiene che Icardi, nonostante i 24 gol in campionato, partecipi poco...

«Per i palloni che ha avuto a disposizione, ha segnato anche fin troppo. Non si può criticare Mauro, lui c’è sempre, poi si può sbagliare come è successo nel derby. Spalletti fa bene a non toglierlo dall’area e, anzi, a valorizzarne i pregi lì dentro. Segna con una regolarità pazzesca e poi dà l’anima anche quando non fa gol. Lui è tra i top 5 al mondo».

Quindi per sopperire ai passaggi a vuoto di Icardi e di Perisic cosa si dovrebbe fare?

«Bisognerebbe avere un piano B che consisterebbe nell’avere centrocampisti in grado di inserirsi e segnare. Un elemento alla Vidal, per esempio. Il giocatore dell’Inter che più si avvicina al cileno sarebbe Brozovic. Ma parte forse da troppo lontano».

Quale soluzione proporrebbe?

«Non voglio sostituirmi a Spalletti che reputo un grandissimo allenatore. Da osservatore esterno magari proverei a irrobustire i sostegni a Icardi passando al 4-4-2 ogni tanto con Eder al suo fianco e Candreva-Perisic sugli esterni. Eder è più seconda punta che trequartista nel 4-2-3-1».

Oppure...

«Oppure chiedere maggior incisività ai centrocampisti: da Brozovic a Rafinha passando per Vecino. Devono essere più reattivi ad accompagnare l’azione, a farsi trovare nelle vicinanze dell’area di rigore».

È ottimista per la qualificazione in Champions?

«Sì, la strada intrapresa da Spalletti è giusta. Difficile, ma giusta. Lazio e Roma sono avversarie di qualità. Occhio a non arrivare con tutto in ballo all’ultimo turno, a Lazio-Inter...».

Contro il Torino quale sensazione ha avuto?

«Di una squadra in forma, mentalmente e fisicamente. I giocatori stessi sanno che mancare la Champions sarebbe un fallimento. Per quello devono dare ancora qualcosa in più».

(La Gazzetta dello Sport)