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CALCIOSCOMMESSE. Repubblica: Ecco perché la Procura crede a Ranocchia

CALCIOSCOMMESSE. La Procura di Bari ha portato a termine l’inchiesta relativa alle due partite della stagione 2009-2010 e 2008-2009, Salernitana-Bari e Bari-Treviso. Come scrive Giuliano Foschini su Repubblica sono attese a breve le notifiche di...

Sabine Bertagna

CALCIOSCOMMESSE. La Procura di Bari ha portato a termine l’inchiesta relativa alle due partite della stagione 2009-2010 e 2008-2009, Salernitana-Bari e Bari-Treviso. Come scrive Giuliano Foschini su Repubblica sono attese a breve le notifiche di una ventina di avvisi di garanzia. Nell'occhio del ciclone le intere rose di quel Bari, diventato una famosa scuola per le scommesse anziché per il calcio. 

INDAGATI DI SERIE A. Tra gli indagati in serie A che rischiano ci sono: Jean Francois Gillet (Torino), Andrea Gazzi (Siena), Paul Victor Barreto (Udinese). Anche Andrea Ranocchia è tra gli iscritti.

IL RIFIUTO DI RANOCCHIA. Foschini ricostruisce quel Bari-Salernitana di fine campionato. Due giocatori della Salernitana, Fusco e Ganci, contattano i giocatori del Bari e offrono loro una cifra compresa tra i 200 e i 300.000 euro per comprare l'incontro. Le due tifoserie sono gemellate. Il Bari è già promosso, alla Salernitana servono punti per la salvezza. Uno dei principali protagonisti è proprio Stellini, ai tempi calciatore, diventato poi l'uomo di fiducia di Conte. La Salernitana vince per 3 a 2. Nel giorno seguente avviene la distribuzione dei soldi: la regola è che tutti li devono accettare. Gazzi fa resistenza (si dice abbia ricevuto un computer), Ranocchia rifiuta. Alle poche voci che dicevano che anche lui avrebbe accettato non è seguito nessun tipo di riscontro. La Procura, dopo che Ranocchia si è avvalso della facoltà di non rispondere, attende una memoria del giocatore. Il passo successivo dovrebbe essere la richiesta di archiviazione. Ranocchia, che dovrebbe uscire pulito dall'ambito penale, rischia un provvedimento sportivo per l'omessa denuncia, ma non l'illecito sportivo, che incombe invece su tutti gli altri giocatori. La differenza? Il rifiuto del difensore nerazzurro.

ANTONIO CONTE. Alla fine la Procura gli ha creduto. Nonostante in molti si chiedano come facesse una compravendita di una partita estesa a tutti i membri della squadra a rimanere un segreto nello spogliatoio, secondo la Procura ci sarebbero troppe incongruenze per affermare il contrario. "Era un segreto dello spogliatoio. E gli spogliatoi sanno tenere i segreti." Se la Procura dovesse confermare questa posizione la panchina di Antonio Conte sarebbe definitivamente salva. Per lui, probabilmente, nessun deferimento in arrivo.

Twitter @SBertagna