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Caliendo: “Baggio ha i numeri per l’Inter. Maicon? Comincio a preoccuparmi…”

Antonio Caliendo, storico procuratore di Roberto Baggio, ai microfoni di Tmw ha raccontato alcuni retroscena sulla spettacolare carriera del Divin Codino, nel giorno del suo quarantacinquesimo compleanno.  Caliendo, oggi Baggio compie gli anni....

Daniele Vitiello

Antonio Caliendo, storico procuratore di Roberto Baggio, ai microfoni di Tmw ha raccontato alcuni retroscena sulla spettacolare carriera del Divin Codino, nel giorno del suo quarantacinquesimo compleanno. 

Caliendo, oggi Baggio compie gli anni."Sì e mi viene in mente un aneddoto che mi ha fatto molto ridere. Vorrei raccontarlo, poi passiamo ai ricordi affettuosi".

Prego."Aveva diciassette anni e qualche problema muscolare. Mi disse 'il giorno che avrò guadagnato cento milioni mi ritiro dal calcio'. Lì dava ancora l'idea del ragazzino che doveva ancora affacciarsi al calcio. Ma non si è mai preso troppo sul serio.La cosa più bella invece è quando abbiamo affrontato l'operazione in Francia. Era terrorizzato, venne però il presidente della Fiorentina, che gli offrì quattro anni di contratto. Lì Roberto si è sentito rivivere. Quando sono tornato in stanza con lui mi ha detto 'mi hanno offerto quattro anni, è proprio brava gente...'. Per non deluderlo non gli ho detto niente, soltanto 'Roberto, tutti ti aspettano. Il professore ha detto che tornerai più forte di prima'. Mi ha sorriso. Bastava un'occhiata. E poi c'è un altra cosa, che ricordo con terrore".

Cioè?"La conferenza stampa di presentazione a Modena, da nuovo giocatore della Juventus. Qualcuno gli ha messo addosso la sciarpa della Juventus e lui l'ha buttata via, sotto il tavolo. Quell'episodio mi ha lasciato perplesso, ho dovuto riprendere in mano la situazione spiegando ai giornalisti il perché di quel gesto. Roberto si faceva condizionare dall'amicizia, ha sempre privilegiato i rapporti umano e per questo non si vedeva mai in un'altra squadra. Non voleva deludere i suoi amici".

Come ha scoperto Roberto Baggio?"Anticipo qualcosa del mio libro, che uscirà ad aprile: un giorno Gianni Di Marzio, che incontrai all'aeroporto di Roma tra un aereo e l'altro, mi disse 'ti voglio suggerire un ragazzino del Vicenza, gioca in Primavera. Si chiama Baggio'. Gianni aveva sempre lanciato giovani, gli ho creduto sulla parola. Dopo tre giorni ero lì".

Fiorentina, Juventus, Milan, Inter. Non era certo una bandiera. Però è amato da tutti."L'essenza di Baggio è proprio questa: ha cambiato quattro-cinque squadre, ma il suo calcio lo ha messo al servizio di tutti. Il suo peso maggiore era quello di essere elogiato da tutti, in qualsiasi squadra andasse. E ha sempre creato problemi agli allenatori, per questo".

Già, gli allenatori. Il suo punto debole."Non ha mai avuto colpe, era un fatto automatico. Per la troppa empatia con i tifosi. Era uno che attirava tutti e lo fa anche oggi. È il nostro Maradona. E infatti, non per niente, quando gli consegnai il Golden Foot a Montecarlo, disse a Baggio, che nel 2003 lo vinse come calciatore in attività, che lo adorava. Roberto era l'idolo di tutti. E lo è anche adesso".

Spesso il nome di Baggio è accostato alla panchina dell'Inter."Ha tutti i numeri, le caratteristiche, per poter fare l'allenatore. Non ha mai pensato di diventare un mister, voleva infatti ritirarsi dal calcio. E per un po' di anni non lo abbiamo sentito. Poi, con il tempo, pagato il rigetto, è venuto fuori il nuovo Baggio. È molto legato a Guardiola. Ma penso che la fortuna di un allenatore sia sempre legata al suo secondo".

Mica male, il duo Guardiola-Baggio in panchina."Interessante, ma non consiglierei questa cosa a Baggio. Guardiola ha avuto la fortuna di diventare allenatore al primo colpo, nel suo club. Avendo dei campioni da dirigere sono arrivati i risultati, grazie anche alla sua mano. Roberto dovrebbe fare la stessa cosa, creandosi, in silenzio, un suo staff".

Passiamo all'attualità. A Maicon."Comincio ad avere qualche preoccupazione. Sta disputando un anno deludente. Gioca una partita e tre no. Poi ha un allenatore pignolo e bravo come Ranieri. E questo la dice lunga".

Parole gravi, se dette da chi lo rappresenta."Non mi piace parlare solo quando le cose vanno bene, ma anche quando vanno male. Perché dovrei nascondermi?".

Giusta osservazione. E il futuro, è ancora nerazzurro?"Moratti ha sempre chiesto cifre importanti. Ormai il calcio è commerciale. Tutti sono in vendita e tutti si possono comprare".

A ROBERTO BAGGIO I MIGLIORI AUGURI DA PARTE DI TUTTA LA REDAZIONE DI FCINTER1908.IT