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Chivu: “Eto’o’? Bisogna aspettare e vedere. Ci fa piacere che lui pensi a noi…”

“Bisogna aspettare e vedere, non si sa”, risponde così Cristian Chivu, ai microfoni di Sky, quando gli viene chiesto un commento sulla suggestione del giorno, il ritorno di Samuel Eto’o in nerazzurro in prestito per due mesi....

Francesco Parrone

"Bisogna aspettare e vedere, non si sa", risponde così Cristian Chivu, ai microfoni di Sky, quando gli viene chiesto un commento sulla suggestione del giorno, il ritorno di Samuel Eto'o in nerazzurro in prestito per due mesi. "Ci fa piacere che lui pensi a noi, se è una cosa venuta da lui, una sua intenzione. Lui qui ha vinto tanto, ha trascorso due anni bellissimi, stupendi, noi ci siamo trovati bene con lui e lui con noi, così come lui si è trovato benissimo con il presidente, con i tifosi. Vedremo. Lui comunque ha anche bisogno di riposo, in Russia d'estate si gioca, forse mi sembra un po' azzardata come notizia, ma vedremo".

Durante questa sosta Chivu ha lavorato per recuperare da un problema alla caviglia e proprio a questo proposito spiega che "i piccoli infortuni ci stanno, ultimamente non ne ho neanche avuti tanti. Prima del campionato ho avuto la sfortuna di farmi male in allenamento alla caviglia, poi sono rientrato, ho giocato alcune partite non essendo al massimo, ma sono ritornato. Poi però ho avuto un problema di nuovo, ma non una ricaduta, una distorsione all'altra caviglia. Adesso non vedo l'ora di tornare in campo".

Sorridendo e con una giusta dose di ironia, il difensore torna a parlare poi di quello che è il suo ruolo in campo, lui che per il bene della squadra non si è però mai sottratto alla necessità di fare il terzino, perché sa benissimo che prima di tutto viene il bene della squadra: "Sono un centrale, ma mi piace giocare e quindi sono a disposizione. Nella necessità si fa tutto. Mettete Maicon a fare il centrale o Samuel il terzino, e vedrete...", sorride Cristian, che poi spiega che "a livello mentale non è facile fare quattro campionati da terzino, però... si fa. Gioco anche terzino in caso di necessità, avrei potuto impuntarmi nel primo anno all'Inter, ma adesso che son qui da quattro anni è inutile. Con Gasperini, poi, ho lavorato da centrale, cambia tanto, cambia anche l'umore... ma va bene così".

Chivu è più serafico che mai e lo si capisce anche da come risponde quando gli viene chiesto se gli piacerebbe tirare le punizioni, come faceva all'Ajax e alla Roma: "Ma da noi si fa la fila e si litiga... (ride, ndr) e a me non piace litigare dopo l'intervento alla testa...". E via, con un altro sorriso.

E poi, a proposito dell'infortunio al capo, ci tiene a precisare di non scendere in campo con paura, anche se "una volta che hai passato quello che ho passato io ci pensi... Non è una paura però, ma esiste comunque un rischio. Secondo me tra un paio di anni tutti i portieri, per esempio, avranno il caschetto, perché a volte vedi degli infortuni tremendi ai portieri. Bisogna proteggersi, bisogna entrare in campo solo per divertirsi".