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Chivu, perno della difesa a 3 nello stadio in cui…

Lui è di quelli che di solito senti poco. Oddio, Benitez magari non se lo ricorda così. Rafa lo udì due volte, distintamente e soprattutto platealmente. All’Olimpico di Roma e al White Hart Lane di Londra. Questione di coperture. Ma lui,...

Lorenzo Roca

Lui è di quelli che di solito senti poco. Oddio, Benitez magari non se lo ricorda così. Rafa lo udì due volte, distintamente e soprattutto platealmente. All’Olimpico di Roma e al White Hart Lane di Londra. Questione di coperture. Ma lui, Cristian Chivu, è uno di quelli che non fa casini. Cristian Chivu è ancora all’Inter perché si è ridotto l’ingaggio e perché Strama lo ha voluto come agli inizi di carriera: centrale difensivo. E in una linea a tre lo vede perfetto. Perché lui l’ha fatta - la difesa a tre -, perché ha il piede gentilecol quale avviare l’azione. Terzino sinistro, utile per il Triplete ma ora basta. Chivu diventa personaggio nel giorno dell’evoluzionetattica, il suo caschetto diventa il faro dei tre dietro: è lui a poter varare la fase propositiva, il tutto senza perdere un uomo in mezzo. Da oggi diventa un’invenzione di Strama, e insieme ci diranno se è un’invenzione giusta.Cristian 3.0 Chivu rientra dopo quasi due mesi: 2 agosto, Spalato, microfrattura al secondo dito del piede destro. Stasera al Bentegodi per Chivu è un giorno speciale. Lui ci è già tornato, ma oggi è un po’ come se ci fosse un Chivu 3.0, una terza versione di vita. Perché la 2.0 cominciò dopo quel drammatico infortunio proprio a Verona: è il 6 gennaio 2010, palla alta e vagante duemetri fuori area, saltano lui e Pellissier, testa contro testa, Cristian cade come se avesse preso la scossa: frattura del cranio.Dramma sfiorato. Terapia intensiva poi l’intervento, una cicatrice così. Ma Chivu mica si butta via: il 24 marzo rientra in campo, ci sono l’Inter, il Livorno e quel caschetto che ormai è distintivo inseparabile di chi ha fatto battaglie.