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GdS – 12 milioni d’ingaggio, 200 sul mercato e i ‘suoi’ nomi: se Conte è stufo deve dirlo. All’Inter serve…

L'analisi del quotidiano sportivo sulle parole dell'allenatore dell'Inter e i possibili sviluppi in vista della prossima stagione

Alessandro De Felice

La delusione per non aver vinto - in attesa dell'Europa League - al primo anno, ma anche la permalosità di chi ha speso circa 200 milioni sul mercato ma non porta a casa nessun trofeo. Sono questi i sentimenti che dominano l'animo di Antonio Conte. Dopo lo sfogo del tecnica dell'Inter, arriva il commento de' La Gazzetta dello Sport: "L’Inter ha bisogno di avere una sola anima. Ovvero un appeal che comprenda tutte le componenti, dalla proprietà all’ultimo dei magazzinieri. Se l’allenatore canta fuori dal coro, lo spartito viene smarrito e nessuno riuscirà a rintracciarlo. Sarebbe come un direttore d’orchestra, il numero uno della Scala, che va in scena controvoglia, eppure ha l’onorario migliore che ci sia. Certo, non è una questione di soldi, ma tante Inter non possono esistere. E questo, Antonio dovrebbe saperlo bene".

Per la Rosea deve essere proprio Conte a spiegare il problema e deve farlo in fretta: "Lukaku lo ha voluto lui, è costato un occhio della testa e glielo hanno preso. Barella l’ha approvato, Sensi anche, salvo poi quasi prendere le distanze nella dolorosa notte di Dortmund “non dimentichiamo che la scorsa stagione giocavano con il Cagliari e con il Sassuolo”. Certo, potremmo fare uno speciale Vidal: lo ha corteggiato, lo ha circondato, lo ha ammaliato, lo ha coccolato e poi gli hanno consegnato Eriksen. Ora, non è che Suning debba per forza avere l’autorevolezza di fare irruzione nella notte a casa di un altro che si chiama Barcellona e rapinare un gioiello che l’altro non vuole dare. Non sarebbe giusto, neanche corretto. L’Inter ci ha provato, hanno detto no. E’ arrivato Eriksen che, fino a prova contraria, tanto scarso non è. Marotta e Ausilio lo hanno accontentato a gennaio prendendo Young e Moses che non sono ragazzini di primo pelo, di solito gli investimenti si fanno guardando al futuro e non riscaldando il passato. Certo, se pensi che l’obiettivo debba essere centrato soltanto perché ti chiami Suning, allora diventa davvero fondamentale chiarire subito. Altrimenti gli equivoci saranno inevitabili, continui, pericolosissimi. E le anime dentro la stessa Inter diventeranno tre o quattro, inammissibile".

Serve chiarezza da parte di Conte: "Se Antonio è già stufo perché, ipotesi, ha intenzione di tornare in Premier oppure di togliersi un altro sfizio in Italia, è obbligatorio dirlo e procedere. Ci sono dodici milioni netti sul tavolo per altri due anni, basta rinunciarvi".

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