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Evans Kondogbia: “Derby? Aveva già  scelto l’Inter. Da lui ruberei…”

Evans Kondogbia, fratello maggiore di Geoffrey, gioca ora al Renate ma è stato parte attiva nella trattativa che ha portato il centrocampista ex Monaco in nerazzurro. Oggi, Evans ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport: Evans,...

Daniele Mari

Evans Kondogbia, fratello maggiore di Geoffrey, gioca ora al Renate ma è stato parte attiva nella trattativa che ha portato il centrocampista ex Monaco in nerazzurro. Oggi, Evans ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport:

Evans, come si è trovato nelle vesti di procuratore?   «E’ andato tutto molto bene. Quando incontro persone competenti e intelligenti come Fassone e Ausilio non c’è nessun problema».  Come ha vissuto il derby tra Inter e Milan per avere suo fratello?  «Il derby era tra le due società, ma Geoffrey aveva già fatto una scelta: lui voleva sposare la causa di Mancini».  Cosa può fare Kondogbia all'Inter?   «Questa è una domanda che dovete fare a Mancini. Di certo è un grande giocatore, che fa parte di una grande squadra, guidata da un grande allenatore. Solo Dio può rispondere sul futuro, ma mio fratello è contento della sua scelta ed è in buona forma».  A Milano vi siete ambientati bene?  «Io vivo a Seregno, a 20 minuti da lui, ma cerchiamo di stare spesso insieme. Milano è una bellissima città dove passo il mio tempo libero a camminare per il centro. Mio zio ci abita da più di 20 anni e la conosco perché avevo l’abitudine di venire qua in vacanza».  Vedere i due fratelli Kondogbia insieme all’Inter è calcio o fantacalcio?  «Non vivo di sogni, ma sono un ragazzo credente e, come tutti i credenti, con Dio ogni cosa è possibile».  Inter campione d'Italia e Renate promosso: crede alla... doppietta?  «L’Inter vuole vincere e noi puntiamo a disputare un buon campionato. Ho scelto il Renate per giocare dopo che la scorsa annata ho avuto tanti infortuni».  Quale dote ruberebbe a suo fratello?  «Il suo piede sinistro e la sua tecnica individuale mi servirebbero molto. Fin da quando era piccolo gli ho insegnato a lavorare sulla sua tecnica e gli ho inculcato la mentalità vincente. A casa nostra non amiamo perdere neppure quando giochiamo alla play station...».  Perché lei ha scelto la Repubblica Centrafricana e non la Francia come Geoffrey?  «Perché è stata la prima a chiamarmi. Come giocatore sono molto forte fisicamente e atleticamente. Amo avere il pallone tra i piedi e provare a dribblare gli avversari».