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Giornale: “Inter, Zhang non vende più? C’è questione politica: chissà se Jindong…”

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Cosa sarà mai successo, soprattutto alla vigilia dell'assemblea dei soci nel quarto anniversario della presidenza Zhang?

Marco Astori

"Cosa sarà mai successo, soprattutto alla vigilia dell'assemblea dei soci nel quarto anniversario della presidenza Zhang?". E' questo l'interrogativo che si pone Il Giornale, nella sua edizione odierna, in merito al futuro societario dell'Inter dopo le recenti smentite di Steven Zhang in merito ad una possibile cessione. Questo il punto proprio dallo stesso quotidiano: "Il presidente ha scoperto una miniera di soldoni sonanti? Difficile. Vuol rassicurare i soci, nonostante i 140 milioni di bilancio in rosso e i 10 milioni che ogni mese il club brucia nello squilibrio tra entrate e uscite? Non vendere è per nulla rassicurante. Ha bluffato? Un po' troppo infantile.

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Semmai punta ad alzare la posta, che è già alta con quel miliardo e 200 milioni sul cartello vendesi. E allora? Chissà mai che anche la politica non conti la sua parte. Non certo quella italiana. Qui bisognerebbe buttare un occhio al congresso del partito comunista cinese. Si dice che il signor Suning ne sia uscito rafforzato. Ma dalla Cina ti fanno intendere tutto ed il suo contrario. Però il figliolo non può aprir bocca senza che papà non voglia. E quando era il momento di tirare la cinghia l'ordine è arrivato perentorio. Stavolta Zhang è partito sicuro: «Qui non si vende». E di più detto in sintesi: «Guardate il buon lavoro fatto, come abbiamo rinforzato la squadra, siamo tutti bravissimi».

Ora è pur vero che la pubblicità è l'anima del commercio e Zhang ci prova, ma chissà mai dalle parti di papà non abbiano pensato che un piede in Europa va tenuto. E un club di grandi tradizioni e imponente tifo (vedi alla voce incassi da stadio), val più di tanti sorrisi e pacche sulle spalle fra politici. La Cina non è così vicina all'Europa in questo momento politico. Piantare una bandierina di passione, e magari vederla sventolare, non è un simbolo, piuttosto una strizzata d'occhio al Vecchio Continente. Conta l'immagine più del business. La Cina è vicina, per i milioni (anche quelli da restituire) si vedrà".

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