E’ un libro aperto, Samir Handanovic, intervistato dalla Gazzetta dello Sport: “A che punto è l’Inter? Nelle prime 5-6 giornate era a buon punto: compatta, sicura. Ultimamente abbiamo fatto un passo indietro, forse anche due. Bisogna essere tutti gregari: o si lavora in undici, o non si va lontano. Non è sempre vero che se fai gioco, poi vinci: può arrivare un momento in cui il primo imperativo non è far male, ma non farsi fare male. Dunque non prenderle. E per non prenderle serve più fame, più cattiveria agonistica, ancor più indispensabili se non giochi neanche tanto bene: ecco, contro Bologna, Sampdoria e Parma non ne abbiamo avuta abbastanza. Come a Napoli? Lì il Discorso è diverso, come diversa fu la partita con la Roma. Una squadra come noi non può permettersi di prendere gol in contropiede, di lasciare metri e metri di campo: se perdi palla e non la recuperi subito hai aperto un’autostrada, e poi hai voglia a prendertela con la difesa. E allora lì è anche questione di furbizia, di malizia, quelle che ti permettono di fare magari il fallo giusto nella zona di campo giusta. Con i compagni mi arrabbio solo se fanno errori che sarebbe bastato poco per evitare. Può essere stato soprattutto un problema di concentrazione e come uno riesce a concentrarsi, come e quanto sente una partita, è una cosa molto personale. Non prendiamoci in giro: l’Inter non ha più lo strapotere di un tempo. Senza voler sminuire il valore di nessuno, non è questione di essere profeti, ma di valutare oggettivamente: il campo non dice mai bugie. Ed è importante che tutti sappiano, noi per primi, che questa non è un’Inter di fenomeni."
primo piano
Handanovic: “Siamo partiti bene ora abbiamo rallentato. L’Inter non può prendere…”
E’ un libro aperto, Samir Handanovic, intervistato dalla Gazzetta dello Sport: “A che punto è l’Inter? Nelle prime 5-6 giornate era a buon punto: compatta, sicura. Ultimamente abbiamo fatto un passo indietro, forse anche due. Bisogna...
© RIPRODUZIONE RISERVATA