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Icardi: segni di pace con la Curva. Il bomber si impegnerà  a…

Sembra tornato il sereno, in casa Inter, tra Mauro Icardi e la curva. L’ultimo fatto, in ordine cronologico, è stato un incontro tra il centravanti e alcuni rappresentanti del tifo organizzato nerazzurro nel dopo gara di Palermo. L’incontro,...

Riccardo Fusato

Sembra tornato il sereno, in casa Inter, tra Mauro Icardi e la curva.L’ultimo fatto, in ordine cronologico, è stato un incontro tra il centravanti e alcuni rappresentanti del tifo organizzato nerazzurro nel dopo gara di Palermo. L’incontro, sia pure interlocutorio, ha permesso alle parti di chiarirsi e, secondo la Gazzetta dello Sport, potrebbe essere il preludio ad un altro faccia a faccia dove si dovrebbe mettere la parole fine alla polemica, circa il litigio di Reggio Emilia e la non esultanza alla doppietta contro il Palermo.In realtà, per capire meglio la dinamica dei fatti , bisogna risalire a qualche giorno prima; si era deciso, infatti, con capitan Ranocchia in testa, che mercoledì scorso, alla fine del match di Coppa a Napoli, la squadra sarebbe andata sotto la Curva, ma senza lanci di maglia. Tutto saltato per un problema tecnico, così come venerdì è stato rinviato a causa della neve l’incontro tra Icardi e Ranocchia per vedere come il cuore del tifo organizza le coreografie prima delle partite.Il tutto, dunque, sarebbe stato rinviato a domenica; si pensava che il riavvicinamento ci sarebbe stato durante il riscaldamento, poi a fine gara, ma il bomber si è attardato salutando il suo ex allenatore Iachini. Questo almeno l’attaccante ha spiegato alla delegazione della Curva domenica notte, nel faccia a faccia che all’inizio è stato non del tutto sereno. C’è da sottolineare il fatto che, mentre Maurito pensava con la doppietta di avere sistemato le cose, in realtà la Curva aspettava un segnale più forte. In conclusione, davanti al vice delegato alla sicurezza Claudio Sala, poi i toni sono migliorati e Mauro ha spiegato che preferisce un chiarimento privato, senza bisogno di gesti allo stadio, impegnandosi ad andare quanto prima a toccare con mano il lavoro e i sacrifici che ci sono dietro al tifo organizzato. Più che una pace, appunto una tregua.