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Il Giornale: «Toto-allenatore dell’Inter del futuro. L’idea più intrigante…»

Sono bastate 3 partite negative per rimettere in discussione quanto di buono aveva fatto Ranieri finora all’Inter. Ed ecco che i giornali si scatenano sul toto-allenatore per la prossima stagione. Il Giornale la vede così: «Fosse per il...

Lorenzo Roca

Sono bastate 3 partite negative per rimettere in discussione quanto di buono aveva fatto Ranieri finora all'Inter. Ed ecco che i giornali si scatenano sul toto-allenatore per la prossima stagione. Il Giornale la vede così: «Fosse per il patron, dunque per personale sfizio, il prossimo allenatore sarebbe Zdenek Zeman, personaggio che lo ha sempre intrigato. Pazza idea per una pazza Inter. Immaginate cosa succederebbe se Moratti riuscisse a far vincere uno scudetto a Zeman, dopo tanto bel calcio e nessun raccolto? Un trionfo. E il boemo sarebbe l’unico a cui dare in mano una squadra non proprio di prime firme, sapendo che ne caverebbe fuori qualcosa. Ma questa sarebbe una rivoluzione anche ideologica. L’alternativa più consistente stava fra le nevi di San Pietroburgo, però ieri Luciano Spalletti ha firmato fino al 2015. Sfumato! Inutile dire Pep Guardiola, il tecnico del desiderio. Oggi più lui di quanto lo fu Mourinho.  Guardiola pensa ancora al Barcellona. E a qualche amico ha raccontato di non considerare l’Inter nel futuro. Più probabile l'Inghilterra. Andrè Villas Boas non sa che fine farà, se il Chelsea ripensasse a Mourinho... È un classico allenatore per il gusto morattiano: esteticamente apprezzabile e presentabile, ha già lavorato all’Inter, fa giocare un calcio dignitoso. Uno sperimentatore del futuro piuttosto che un anziano navigatore. In coda ce ne sono altri due. Laurent Blanc se la sta passando male con la nazionale francese e ci sono tutte le possibilità che il suo rapporto si chiuda prima del previsto. É sempre stato un pallino di Moratti. Invece occhio ai rampanti. Leonardo Jardim, allenatore del Braga, con connotazioni nouvelle vague ma sano realismo calcistico in testa. Mourinho è portoghese, Villas Boas pure, questo anche: un segno di continuità di pensiero da non trascurare».