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Inter, Conte può inquadrare Lautaro come bomber vero. E c’è una correlazione con Ronaldo

E' il Toro l'uomo del momento

Marco Astori

E' Lautaro Martinez l'uomo del momento in Argentina. Il centravanti nell'Inter, mattatore assoluto nella gara con il Messico grazie alla sua tripletta, ora vuole prendersi anche l'Inter. E i numeri, riporta il Corriere dello Sport, sono dalla sua: "Brilla di luce propria, Lautaro Martinez: non è più la scommessa che in Nazionale deve ancora dimostrare. Ventidue anni forse sono pochi per promettergli il futuro nell'Argentina, visti i chiari di luna dei connazionali goleador, ma il Toro quando vuole non sbaglia un colpo. Nove gol in tutto, compresi quelli dell'ultimo exploit - arricchito da un rigore procurato - che con un oceano di mezzo esaltano pure l'Inter. Convinta che a “Lau-Toro” possano essere consegnate anche le chiavi dell'attacco in Champions League, dove il gol ancora gli manca. L'argentino dopodomani contro l'Udinese è destinato alla panchina, per evitare sovraccarichi, poi però ci sarà lo Slavia Praga: finora al salotto buono dell'Europa ha bussato in maniera flebile, adesso sta prendendo la giusta rincorsa... Nove gol in undici mesi di Nazionale, nell'arco di tredici partite con l'Argentina: Lautaro è uno che non va per il sottile. Gli sono bastati venti minuti, contro il Messico, per sfoderare una tripletta. Icardi è fermo a un solo gol con la Seleccion, Dybala ne ha segnati due. Entrambi hanno quattro anni più di Lautaro.

Così il ct Scaloni ha trovato l'oro. Che tra Icardi e Lautaro si possa parlare di un passaggio di testimone lo dice l'Argentina ma anche l'ultima stagione all'Inter. Nove come i giorni che sono passati tra la nascita di Lautaro - venuto alla luce il 22 agosto 1997 - e il debutto di Ronaldo all'Inter. Riannodare il filo della storia va oltre le etichette da predestinato, il Toro ha saputo mettersi in lista d'attesa con la Nazionale e ora è il suo momento. In una squadra che da sempre ha connotazioni argentine, anche se ultimamente qualcosa è andato storto. Il caso di Milito, reduce dal Triplete con l'Inter nel 2010 e schierato soltanto in due partite durante il Mondiale di qualche settimana dopo. Oppure la storia difficile di Icardi in Nazionale, tra l'ostracismo di Maradona e qualche problema di spogliatoio. L'esclusione di capitan Zanetti da due Mondiali resta ancora oggi incomprensibile, ad esempio. Lautaro ha decisamente imboccato la strada giusta, lo ha fatto a suon di gol e va incontro al futuro con tutto l'entusiasmo del caso. Nel debutto di campionato col Lecce ha cercato invano la rete, a Cagliari ci ha messo la testa nel contrasto con Cerri e si è preso per intero la paternità del gol. Un avvio incoraggiante, buono tendente all'ottimo. Adesso anche Conte può inquadrare Lautaro come bomber vero".

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