L'ambiente Inter dopo la gara con la Sampdoria si è raccolto per l'ultimo saluto stagionale. E' stato il modo per consolarsi a vicenda dopo la delusione per il campionato e per caricarsi in vista della prossima stagione. Si legge sul Corriere dello Sport: "C’è stato un tributo per tutti. E nessuno aveva voglia di tornarsene negli spogliatoi. Come a non voler accettare un verdetto così amaro. «Per questa maglia, per questa città e per tutta questa gente... Comunque vada noi ci saremo sempre», recitava uno striscione esposto in Curva. Insomma, orgoglio e consapevolezza. Che, evidentemente, non possono cancellare il rammarico per quello che è stato lasciato per strada per colpe innanzitutto proprie. Se non altro, la differenza non l’ha fatta l’erroraccio di Radu a Bologna. Con un pareggio, invece, di una sconfitta, non sarebbe cambiato nulla. Così, alla fine, c’è stato un coro anche per il portiere rumeno".
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Nessun dubbio sul più acclamato: "Il picco più alto dei decibel, però, è stato raggiunto nel momento in cui, uscito dal campo, Perisic è stato portato in barella negli spogliatoi. Miglior nerazzurro in assoluto della stagione, autore di un altro gol (il 10° tra campionato e finale di Coppa Italia), ma all’ultima partita fermato da un infortunio, che l’ha poi costretto a ricomparire sul campo per i saluti con il polpaccio sinistro fasciato (distrazione ai gemelli la prima diagnosi) e in stampelle. E chissà se quel cuore disegnato con le dita dopo aver battuto Audero avesse un significato particolare".
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