primo piano

Inter e Milan: tesoretto CL vitale. Bilancio? Nerazzurri messi meglio perché…

I fatturati ai minimi storici e i conti in profondo rosso, ma anche un mercato scoppiettante per tornare big. Secondo l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, è una stagione rischiatutto per Inter e Milan: o la va o la spacca, o si...

Alessandro De Felice

I fatturati ai minimi storici e i conti in profondo rosso, ma anche un mercato scoppiettante per tornare big. Secondo l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, è una stagione rischiatutto per Inter e Milan: o la va o la spacca, o si torna in Champions o chissà che fine si farà. Il derby si giocherà in questo strano clima da nobili decadute, afferma la “Rosea”, mai come stavolta i risvolti economici e societari si intrecciano con le vicende di campo. Sulla sponda nerazzurra c’è un azionista di maggioranza che intende il calcio agli antipodi rispetto al suo predecessore, ma ha capito quanto sia difficile svoltare dal mecenatismo all’auto-finanziamento. Sulla sponda rossonera, il longevo patron, dopo stagioni di austerità, ha rimesso mano al portafoglio e parallelamente si è avventurato in un’operazione di cessione del pacchetto di minoranza dai contenuti assai nebulosi. Per entrambi i club il tesoro della Champions è ragione di sopravvivenza. C’è da dire che l’Inter ben si sta comportando in ottica fair play finanziario, la società di corso Vittorio Emanuele è convinta di riuscire a rispettar l’obbligo di un rosso in bilancio non superiore ai 30 milioni di euro per la stagione 2015-2016. La plusvalenza messa a segno con la cessione di Kovacic ed i ricavi provenienti da ulteriori uscite vanno proprio verso quella strada.Più complicata la situazione del Milan: L’ultimo bilancio, al 31 dicembre 2014, ha visto una perdita record di 91 milioni, «drogata» però dai costi straordinari relativi al consolidato fiscale con la controllante. Anche nell’esercizio in corso il rosso sarà consistente, anche perché il fatturato è sceso a 200-210 milioni (i 224 del 2014 beneficiavano ancora di un pezzo di Champions) e gli stipendi sono cresciuti. Inoltre, i benefici fiscali derivanti dal consolidato resteranno congelati finché la capogruppo non produrrà utili a sufficienza. Dopo i 60 milioni elargiti a marzo, Fininvest non ha ancora effettuato ulteriori versamenti: le prime rate per la campagna acquisti sono state pagate con il cash già in cassa. Ma la holding interverrà nelle prossime settimane, dopo l’approvazione della semestrale, che è attesa in forte perdita. E Mr Bee? Chi ci sia dietro non si sa, restano i dubbi sull’ipervalutazione circolata (1 miliardo per il 100%, cioè 1,25 miliardi di enterprise value!) e sul fantomatico piano per moltiplicare i ricavi in Asia. Quel che è certo è che servono soldi per la rinascita del Milan, Berlusconi lo sa benissimo.