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Inter, il freno a mano di Spalletti rovina la tela di Nainggolan. Zhang e Marotta riflettano

La riflessione all'indomani di Inter-Juventus

Daniele Vitiello

Porta a casa un punto l'Inter dal derby d'Italia disputato ieri sera contro la Juventus al Meazza. Nerazzurri e bianconeri si dividono la posta in palio e stavolta, contrariamente a quanto successo sette giorni fa, il bicchiere sembra più vuoto che pieno. Non per la mole e la qualità di gioco create dai nerazzurri, padroni del campo e della sfera e ora sicuramente più consapevoli dei propri mezzi, bensì per la poca concretezza sotto porta e per aver dato la sensazione di essersi accontentati nell'ultimo quarto d'ora di gara.

NINJA - E' di Radja Nainggolan la gemma che va ad incastonarsi alle spalle di Szczesny alzando il sipario sulla sfida del Meazza. Un tiro al volo, su assist altrettanto al volo e ad occhi chiusi di Matteo Politano, che non ha concesso spazio alle speranze del portiere bianconero. La gioia più bella nella partita migliore da quando il belga è all'Inter, che lascia però l'amaro in bocca per non aver raccolto bottino pieno contro una squadra senza stimoli di classifica ad accompagnare quelli dettati dalla storica rivalità. Gli applausi al triplice fischio non sono mancati, qualche muso lungo in tribuna nemmeno e non si può biasimare: l'urlo da tre punti strozzato in gola al termine di una partita dominata per larghi tratti è il retrogusto stonato al termine di una cena di primissimo livello.

BRACCINO - Stride con le ambizioni, di classifica e non solo, dell'Inter la strategia adottata da Luciano Spalletti questa sera. Il tecnico nerazzurro, che conserva comunque intatti i suoi meriti, ha scelto di condurre in porto la partita come fatto con Atalanta e Roma, accontentandosi tutto sommato di un punticino che sposta i nerazzurri un po' più in alto e avvicinandoli alla conquista dell'obiettivo stagionale. Ragionevole, ma in contrasto con la sensazione data in campo in più frangenti dai suoi uomini e cioè di poter comunque arrivare a mettere le mani sui tre punti. Osando qualcosina in più, e la panchina dell'Inter richiede un minimo di azzardo, soprattutto in serate come quella di ieri, anche la classifica avrebbe potuto sorridere di più a conti fatti dopo i due big match consecutivi. Una macchia sul suo percorso e sulla fantastica tela dipinta da Nainggolan, scontento numero uno, che avrebbe meritato di finire in prima pagina con una vittoria sullo sfondo, così come avrebbe meritato tutta la squadra per la prova sfoderata. Keita Balde, e non JoaoMario, al posto di Politano, ma anche Lautaro ed Icardi contemporaneamente in campo negli ultimi minuti sono mosse che avrebbero potuto dar la scossa che il Meazza ha aspettato invano. Non un segnale positivo da parte di un tecnico a cui poco si può dire sulla qualità di gioco espressa dalla sua squadra che tuttavia non ha mostrato nel momento decisivo la giusta dose di bava alla bocca, fattore che potrebbe essere oggetto di riflessione all'interno del discorso sulla riconferma la prossima stagione.

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