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Inter “just in time” con la Juve, ma non basta: “Cosa serve per scudetto e 2ª stella”

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L’Inter vince il derby d’Italia con la Juve e complice il pareggio del Milan accorcia sulla vetta. Ma per lo scudetto serve di più

Alessandro Cosattini

L’Inter vince il derby d’Italia con la Juve e complice il pareggio del Milan accorcia sulla vetta. I rossoneri restano padroni del proprio destino, ma il primo posto ora dista solo 4 punti per i nerazzurri e c’è la gara con il Bologna da recuperare. Un weekend da incorniciare per la squadra di Simone Inzaghi, che alla vigilia della sfida aveva chiesto il risultato a Torino e l’ha ottenuto. Oggi La Gazzetta dello Sport torna sulla prestazione dei nerazzurri, ma si concentra anche sulla corsa scudetto.

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Da qualche parte l’Inter doveva pur ricominciare. È la filosofia del «just in time», la traduzione letterale è «appena in tempo», in termini aziendali vuol dire che la produzione viene tarata a seconda della richiesta effettiva del mercato. Ecco, l’Inter di oggi è questa. A Torino serviva essere così, per vincere. O almeno, anche così, buoni per guadagnare due punti al Milan. Simone Inzaghi ha modellato una versione inedita della sua squadra, perché quello voleva il campionato, il momento stagionale. L’Inter ha tirato fuori quel che non aveva mai fatto vedere, in questa stagione. Quel che forse neppure sapeva di avere dentro, fino in fondo. Se la domanda è «basterà per vincere la seconda stella?», la risposta è no. Ma intanto Inzaghi ha riapparecchiato la tavola nerazzurra con un piatto in più, di pura sostanza.

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Ora serve ritrovare il dolce. Serve lo zucchero, oltre la faccia cattiva. Serve la leggerezza di una squadra che è tornata a spaventare le avversarie, che già pensavano di essersi liberate di lei per lo scudetto. L’Inter è tornata lassù, vicino allo scudetto. Il Verona di sabato è il prossimo esame alla continuità. E il nuovo gradino da salire consiste nel ritrovare una produzione offensiva che per la «vecchia» Inter era un’abitudine. E allora Dzeko, certo. E quindi Lautaro, per forza, al netto della squalifica che lo toglierà di mezzo dalla sfida al Verona. Il confronto del rendimento dei due tra il girone d’andata e quello di ritorno è impietoso. Il rendimento di Lautaro e Dzeko, la crescita di Correa, qualche spunto vincente di Sanchez, magari un’apparizione del fantasma Caicedo: da qui passa lo scudetto, qui Inzaghi vede la possibilità di un cammino vincente fino a fine campionato.

All’Inter fin qui era stato rimproverato di non aver saputo mai vincere le partite cosidette “sporche”. Ecco, a Torino così è andata. Ora un aiuto, per lo sviluppo del gioco, arriverà dalla crescita di condizione di Brozovic, dal recupero di De Vrij che certamente è un fattore per la fase di costruzione, dalla nuova incisività di Perisic e Dumfries. Il focus è chiaro, la risposta già sabato contro il Verona. «Just in time», allora, perché la produzione stavolta chiede un’Inter all’attacco: per i tre punti, per la seconda stella”, si legge.

(Fonte: La Gazzetta dello Sport)

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