Sfuma il secondo obiettivo stagionale per l'Inter di Luciano Spalletti. Il buon proposito di portare a casa la coppa nazionale, dopo la prematura eliminazione dalla Champions League, s'infrange contro lo scoglio eretto dalla Lazio di Simone Inzaghi, pronta ad affrontare il Milan nella doppia semifinale, forte del pass conquistato con merito proprio contro la Beneamata. Il clima a San Siro è stato surreale, non solo per la mancanza del tifo organizzato. La squadra è scesa in campo con un macigno evidente addosso, quello dettato dal momento difficile per una forma fisica non ottimale e i risultati che non sono all'altezza. Il tutto poi ingigantito dalle voci trapelate negli ultimi giorni di mercato. L'ansia da prestazione ha giocato un brutto scherzo ai nerazzurri, soprattutto in un primo tempo confuso e decisamente sottotono. Le speranze sugli spalti si sono aggrappate ad un Handanovic tirato a lucido per l'occasione e in grado di parare tiri e critiche provenute in maniera forse un po' superficiale dopo l'ultimo gol incassato. E' la lezione del professionista che non si lascia scalfire e risponde sul campo, atteggiamento che tutti i compagni avrebbero dovuto imitare e che invece hanno dimostrato di non aver afferrato, portandola per le lunghe al Meazza, fino alle curve a gomito dei supplementari e al rettilineo scivoloso dei calci di rigore, che hanno nascosto l'insidia più grande quando il peggio sembrava passato.
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Inter, Marotta davanti al primo bivio: Spalletti da confermare solo in un caso
La riflessione all'indomani dell'eliminazione dei nerazzurri in Coppa Italia
Ora è il momento di leccarsi le ferite e riflettere più lucidamente possibile. Marotta è dinanzi al primo grosso bivio da quando è arrivato all'Inter: fare da scudo nei confronti del tecnico, almeno fino al termine della stagione, o ascoltare il malumore di buona parte della piazza e magari approfittare della gita a Milano di Antonio Conte? Da queste parti non si reputa Spalletti responsabile principale di un momento delicato che andrebbe vissuto senza esasperazione, perché la classifica di campionato sorride ancora e l'Europa League rappresenta una chance per scrollarsi di dosso un po' di attacchi. Per evitare di rendere indispensabile lo scossone a stagione in corso c'è però bisogno che l'unità di intenti tra società e staff tecnico si trasformi da auspicio a fattore concreto. Per questo Altrimenti, via il molare, via il dolore, anticipando di qualche mese una mossa che ad oggi sembra già programmata per l'estate, per evitare di compromettere quanto di buono fatto fino a questo momento.
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