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Inter-Uefa, la partita per il fair play finanziario si gioca su tre tavoli: ecco come uscirne

La società nerazzurra è ancora impegnata con il Settlement Agreemet siglato con la Uefa

fcinter 1908

Sono tre i tavoli su cui si gioca la lunga partita tra l’Inter e la Uefa per il fair play finanziario. Esattamente quanti sono i parametri che da Nyon chiedono di rispettare con particolare attenzione per uscire dal Settlement Agreement.

IL RAGGIUNGIMENTO DEI 40 MILIONI DI PLUSVALENZA: Entro la fine di giugno il club di corso Vittorio Emanuele dovrà raggiungere il break even e presentare quindi un bilancio sano in cui i costi siano pareggiati dai guadagni. A tal proposito Piero Ausilio è già al lavoro da diverso tempo e anche in seguito all’ottima stagione disputata dalla Primavera di Vecchi, riuscirà sicuramente a soddisfare le richieste dell’Uefa grazie alle plusvalenze prodotte dalla cessione delle giovani promesse.

RIEQUILIBRARE L’ATTUALE ROSA CON QUELLA CHE HA PARTECIPATO PER L’ULTIMA VOLTA IN UNA COMPETIZIONE UEFA: Il che significa cedere e generare plusvalenze con i vari Brozovic, Eder, Candreva, Perisic, Icardi, D’Ambrosio, Miranda, Ranocchia, Santon, Handanovic, Perisic e Biabiany. Circa 60 milioni l’Inter li ha già in cascina grazie a vecchie cessioni, tra giocatori che erano in lista e giocatori esterni.

- DIMINUIRE GLI AMMORTAMENTI: Questo il parametro non rispettato e che ha impedito all’Inter di uscire dal Settlement Agrrement. È cresciuto da quota 49 a quota 83 milioni e adesso la società nerazzurra dovrà impegnarsi a diminuire nuovamente la misura per quanto riguarda il bilancio 2018, in chiusura tra 15 giorni. Le cessioni di Vecino, Joao Mario e Gabigol aiuterebbero non poco, a meno che i dirigenti nerazzurri non siano già certi che gli ammortamenti non siano ulteriormente aumentati nel corso della stagione 2017/2018.

Solo rispettando tutti e tre questi parametri, l'Inter potrà finalmente uscire dal Settlement Agreement.