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Inter, torna l’attacco pesante. Lukaku ha fame di Champions e per Lautaro sarà debutto dal 1′

Il tecnico dell'Inter Conte dovrebbe schierare il belga e l'argentino per la sfida di questa sera contro lo Slavia Praga

Andrea Della Sala

Stasera la prima dell'Inter in Champions League; la squadra di Conte affronterà lo Slavia Praga e dovrà cercare di partire subito col piede giusto. Non ci sarà più Mauro Icardi che nella passata stagione in Europa aveva trascinato l'Inter con 4 reti in 6 partite. A prenderne l'eredità saranno Romelu Lukaku e Lautaro Martinez.

"Romelu sabato ha giocato con un’infiltrazione e una fascia elastica per un dolore alla schiena che ha rischiato di bloccarlo. Ieri ha svolto tutta la seduta con i compagni, dando l’impressione che il peggio fosse alle spalle, e che l’esordio europeo potesse essere cosa sua. Big Rom ha voglia di esserci, perché ritorna in Champions con un po’ di fame arretrata: nella scorsa stagione con lo United non segnò mai nel girone (5 gare), e la doppietta con il Psg per ribaltare l’ottavo di andata non lo ha completamente riscattato, tanto più che poi è arrivato un complessivo 0-4 col Barça nei quarti. Lo Slavia sembra un buon modo per ricominciare, ma è anche una gara in cui trovare gol è un obbligo, per non complicare la strada. Il ricomporsi della coppia potrebbe aiutarlo: nelle prime due, quando al suo fianco c’era Lautaro, il «gigante» è sempre andato a segno, alla terza, con i due rifinitori, ha giocato anche molti meno palloni", spiega La Gazzetta dello Sport.

"Per il ventiduenne argentino sarà un debutto da titolare: in tutta la scorsa campagna mise insieme appena 53 minuti, frutto di tre scampoli di gara. Icardi era il «tappo» che bloccava Martinez, Spalletti non considerava la coesistenza dei due argentini. Sarebbe arrivata al 13 febbraio, con l’esplodere del caso Icardi: da lì in poi si sarebbe preso l’Inter, anche in Europa League (1 gol alla prima, 3 presenze complessive, la squalifica nel ritorno con l’Eintracht). Ma adesso è il momento di prendersi l’Europa, a San Siro, con il padrone Jindong in tribuna. L’Argentina è già conquistata, dopo la tripletta al Messico quando gli è toccato riempire il vuoto dell’assenza di Messi. Ecco, a proposito di eredità pesanti: il Toro è abituato a raccoglierle con una certa facilità", aggiunge il quotidiano.

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