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Mancini: “ET all’inglese, nel 2015/16 si lotta per vincere. MM è…”

Intervistato dal Corriere della Sera, Roberto Mancini, parla dei suoi primi due mesi sulla panchina dell’Inter e del suo ritorno a Milano: “Come sto a 50 anni? Brutta botta, il giro di boa dei 50. Mio padre Aldo ha sempre avuto i capelli...

Riccardo Fusato

Intervistato dal Corriere della Sera, Roberto Mancini, parla dei suoi primi due mesi sulla panchina dell’Inter e del suo ritorno a Milano: “Come sto a 50 anni? Brutta botta, il giro di boa dei 50. Mio padre Aldo ha sempre avuto i capelli bianchi: lo vedevo anziano anche da giovane. Fino al giorno prima non realizzi. Poi arriva mia figlia Camilla: papà, sei vecchio! Ma nel complesso sono felice: ognuno ha quello che merita.

Come sta l’Inter?  Ci vuole tempo. Abbiamo perso le prime due partite ma siamo cresciuti in fretta. Sono colpito dalla ricettività dei ragazzi. Facciamo i passi giusti.

Thohir? L’ho visto una volta sola e mi ha fatto un’ottima impressione: pratico, svelto. Più vicino ai proprietari delle squadre inglesi che ai nostri presidenti italiani. Ma ci tiene tanto.

La storia dei foglietti? L’idea mi è venuta al Galatasaray, in Turchia, dove c’era il problema della lingua: io parlavo inglese e loro turco. Funzionano. Sono semplici e immediati. Continuerò a usarli.

Perché sono tornato? Sono qui perché penso che l’Inter possa tornare quella che era. Sono qui per cambiare le cose. Pensare al terzo posto mi infastidisce un po’: l’anno prossimo lotteremo per il campionato.

Fine del grande gelo con Moratti? Ma no, nessun gelo. Io me n’ero andato dopo aver vinto, Moratti aveva continuato a vincere: ci siamo divertiti tutti. Ogni Natale lo sentivo per gli auguri. L’Inter ha due presidenti: mi chiama come prima. Solo Paolo Mantovani amava i giocatori più di lui».