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Mancini: “Mio figlio: papà  fatti comprare giocatori. Balo come Adriano se…”

E’ un fiume in piena, Roberto Mancini, nella sua intervista al Corriere della Sera: “Il calcio italiano? Sta meglio di come ci raccontano. La crisi si sente anche nel pallone e dopo un Mondiale finito male le critiche erano scontate, ma la...

Riccardo Fusato

E’ un fiume in piena, Roberto Mancini, nella sua intervista al Corriere della Sera:“Il calcio italiano? Sta meglio di come ci raccontano. La crisi si sente anche nel pallone e dopo un Mondiale finito male le critiche erano scontate, ma la situazione non è disastrosa. Nelle strutture - settori giovanili, stadi - siamo indietro. E lo paghiamo.

In famiglia come hanno preso il mio ritorno? Papà mi ha detto: vai subito! Aveva paura che finissi chissà dove... E mio figlio si è molto raccomandato che mi facessi comprare i giocatori.

Cosa sognavo da bambino? Sognavo solo scarpe di pezza e pallone di cuoio. A Coverciano però, durante un raduno dell’Under 21, m’informai se potevo prendere il patentino. Qualcuno, saggiamente, mi fece tornare in me: pensa a giocare, valà, che è meglio.

Più emozionante il debutto in A a 16 anni col Bologna o il primo gol? Quando Burgnich mi mandò in campo la prima volta avevo i denti che battevano per la paura: tatatatatatata, avanti così cinque minuti. Non lo dimenticherò mai.

Più bello il primo o il secondo debutto con l’Inter? Nel 2004 ero giovane: sedersi sulla panchina dell’Inter non fu facile. A 50 anni, è diverso. L’esperienza all’estero mi ha insegnato tanto.

Perché Baoltelli ha rigato bene solo con me?  In nerazzurro con me era un ragazzino: avrebbe fatto qualsiasi cosa, anche pulire gli spogliatoi. Al City, per due anni e mezzo, si è comportato bene. Con Mario non è facile: quello che gli entra da un orecchio, gli esce dall’altro. Ma io lo devo ringraziare.

Le spiace di questa sua situazione? Moltissimo. Mario usciva con i miei figli, e il fatto che fossero più o meno coetanei mi ha aiutato a relazionarmi con lui. Come ragazzo, gli voglio un gran bene. È un buono, uno che fa le cose di cuore. Credo che ce la stia mettendo tutta a Liverpool. Dipende solo da lui. È ancora giovane, ha la forza di rialzarsi. La testa?  Eeeeeeeh... Deve trovarla. Dopo aver lasciato il City è calato in ogni aspetto del gioco. Ero convinto che al Milan riuscisse a far bene, invece... Io non ho idea di quale possa essere la sua medicina però di certo se lo alleni ti devono pagare doppio: l’indennità Balotelli.

Cosa rischia? Di fare la fine di Adriano. Per altri motivi, ma la stessa. Le chiede dei consigli? Da Manchester, non l’ho mai più sentito. La mia speranza è che si svegli una mattina e si renda conto che sta buttando via tutto"