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Mazzola: “Picchi mi prese per il collo. Zanetti…”

Il grande ex dell’Inter Sandro Mazzola, al Velodrome di Marsiglia ci ha già giocato ma non contro la squadra di casa ma contro il Monaco. Era il 4 dicembre 1963 ed era, anche allora l’andata degli ottavi della vecchia coppa campioni....

Riccardo Fusato

Il grande ex dell'Inter Sandro Mazzola, al Velodrome di Marsiglia ci ha già giocato ma non contro la squadra di casa ma contro il Monaco. Era il 4 dicembre 1963 ed era, anche allora l'andata degli ottavi della vecchia coppa campioni. All’andata i nerazzurri di Helenio Herreravinsero per 1-0, rete di Ciccolo; il ritorno andò ancora meglio, 3-1 per l’Inter, con doppietta iniziale del ventunenne Sandro Mazzola, gol francese di Theo su rigore e prodezza finale di Luis Suarez. L'Inter passò il turno e si avviò a vincere la sua prima coppa campioni.

Mazzola, intervistato dalla Gazzetta dello sport, ripercorre quei momenti e parla dell'Inter in generale:

«Ma quel giorno a Marsiglia fu un massacro—ricorda oggi Mazzola — perché rimanemmo in nove: si fece male subito Picchi, dopo appena cinque minuti, poi Ciccolo, un mancino molto bravo tecnicamente che in Europa con l’Inter giocò soltanto quelle due partite contro il Monaco. Entrambi però furono costretti a rimanere in campo perché a quei tempi non c’erano le sostituzioni. Così, nonostante la vittoria dell’andata e la mia doppietta a inizio partita, soffrimmo fino alla fine. «Io giocavo di punta, ma a un certo punto Picchi, infortunato ma stoico, al limite della nostra area mi prese per il collo della maglietta, mi guardò negli occhi con sguardo da leone e mi disse: "Oggi giochi come il tu’ babbo", aveva una carica incredibile.«Quello è lo spirito, la grinta che servirebbe per cancellare le ultime partite della squadra di Ranieri. Ma ci vorrebbe anche un capitano come Picchi: Zanetti è un buonissimo capitano, ma Armando aveva quel carattere livornese in più, tant'è vero che oggi non avrebbe problemi a fare la stessa cosa con Sneijder. L’olandese non deve fare la primadonna, deve giocare da Sneijder, come faceva con Mourinho e con l’Olanda. Ultimamente si è un po’ dimenticato come si fa. Sia chiaro però, Wes non è l'unico problema dell'Inter.I problemi sembravano risolti, con quel filotto di partite vinte. Non è stato così. Penso che ci sia soprattutto un problema di età, giocatori che vanno in difficoltà se devono giocare tre partite alla settimana. Ma in champions è diverso,  ci sono poche partite, con il turnover giusto l’Inter potrebbe anche arrivare in fondo...».