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Mazzola ricorda il ’65: “La vittoria scaturì dalla nostra forza”

Scudetto, Coppa dei campioni e finale di Coppa Intercontinentale 1964: Independiente-Inter; 1965 stessa storia. Andata e ritorno spazzati gli argentini, Inter padrona. Sandro Mazzola, 3 reti in due finali e senza giocare lo spareggio della prima...

Alessandro De Felice

Scudetto, Coppa dei campioni e finale di Coppa Intercontinentale 1964: Independiente-Inter; 1965 stessa storia. Andata e ritorno spazzati gli argentini, Inter padrona. Sandro Mazzola, 3 reti in due finali e senza giocare lo spareggio della prima vittoria. Sono passati ben 45 anni e i nerazzurri ci riprovano in una competizione dal fascino mai tramontato.

Sandro Mazzola ricorda così la Coppa Intercontinentale di allora: "Era il secondo appuntamento più importante della stagione. Dopo la Coppa dei campioni, sa, il nostro mito era il Real Madrid, ne aveva vinte cinque di fila. Nel '63 il Milan fu sconfitto dal Santos e questo per noi contava. Il Milan fu picchiato selvaggiamente, ma il grande Meazza ci diceva sempre: "Essere migliori di loro in qualsiasi momento significa essere i primi alla ringhiera". Era la Milano di allora, case popolari, case di ringhiera, appunto" 

Sugli avversari della finale i nerazzurri sapevano ben poco: "Dell'Independiente sapevamo quello che ci diceva Herrera. Mai visto un loro filmato, lui cercava soprattutto di svelenire il clima che avremmo trovato"  e il clima non fu certo dei migliori: "Nemmeno il tempo di arrivare allo stadio che tutti i vetri del pullman andarono in frantumi, scesero due poliziotti e cominciarono a sparare in aria. Dissi, "ma che cosa fate?" e loro: "Tranquillo, qui più ne ammazzi più fai carriera...". Poi in campo arrivarono biglie da ogni settore, una prese nel petto Suarez, un'altra centrò Peirò. I tifosi argentini usavano le fionde per colpirci, le biglie sotto i riflettori sembravano tante lucine bianche..."

Herrera preparò così la gara: "Aveva le foto di tutti e ce le metteva sotto il naso. Arriva il mio turno, ecco quella di Acevedo "è un assassino, un picador, tu corri più forte di lui, vedrai che lo stanchi”. E ancora tattica alla lavagna, poi Picchi gli rubava le pedine e lui s'infuriava. Picchi, il leader: l'unico a scherzare con il Mago"

La chiave del successo? Mazzola non ha dubbi: "La nostra forza e la superiorità del calcio italiano. Quello sudamericano non era in un gran momento, l'Independiente non aveva campioni né tradizione" e sulla possibilità dell'Inter di oggi di raggiungere la Grande Inter: "Potrebbe. Ma, come dire, io sono un po' di parte"